La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro impugna l'ordinanza del giudice delle indagini preliminari che al tempo si era opposto alla custodia cautelare in carcere
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, opponendosi alla decisione del Gip che a suo tempo non aveva concesso l’arresto, si è appellata al Tribunale del Riesame per chiedere la custodia cautelare in carcere di cinque indagati nell’ambito dell’inchiesta “Alibante”. Si tratta di Domenico Aragona, Maria Rita Bagalà, Bruno Malvaggio, Pasquale Motta ed Enzo Pandolfo, secondo l’accusa responsabili a vario titolo dei seguenti reati: associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, estorsione (tentata e consumata), corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio, intestazione fittizia di beni e turbativa d’asta.
L’operazione “Alibante” era scattata all’alba del 3 maggio scorso ed aveva colpito in particolare gli affari della cosca Bagalà attiva tra Nocera e Falerna, nel Lametino, portando all’arresto di 17 persone (tra cui anche Maria Rita Bagalà, finita ai domiciliari). Il giudice delle indagini preliminari aveva al tempo rigettato la richiesta di custodia cautelare in carcere per i cinque indagati sopracitati. Decisione che però ora viene impugnata dalla Dda catanzarese.