Che fine ha fatto l'avvocato Tommaso Giotta? A chiederselo, da quasi un decennio, è soprattutto l’ex calciatore calabrese Francesco Modesto. A lui, infatti, nel 2013 l’allora noto professionista pugliese sottrae qualcosa come un milione e duecentocinquantamila euro, promettendogli un investimento immobiliare a Roma rivelatosi poi di pura fantasia. E poi sparisce nel nulla

Conosciuto e blasonato

A quel tempo l’avvocato si presenta bene: titolare di uno studio legale di tradizione, discendente di una famiglia blasonata alla quale è intitolato anche un palazzo di Bari vecchia. Sulla carta, insomma, non c’è alcun motivo per dubitare di lui, tant’è che quando Modesto si accorge dell’imbroglio, l’insospettabile truffatore ha già preso il volo con i suoi soldi.

Raggiri finanziari

Di lì a poco viene fuori che il calciatore non è il solo, che con lui ci sono altre presunte vittime degli stessi raggiri finanziari di Giotta. Nessuno di loro avrà mai soddisfazione. Il diretto interessato, infatti, riesce a far perdere le proprie tracce. Ha abbandonato moglie e figli già un anno prima di rendersi invisibile. A seguito della sua sparizione, la Procura avvia le ricerche del caso che si protraggono per circa un anno, concludendosi però in un nulla di fatto. Nel 2016, dunque, su richiesta dei familiari, un Tribunale barese ne dichiara la «morte presunta».

Per i social è vivo e gestisce un ristorante a Santo Domingo

Dieci anni dopo, più che un mistero italiano, la sua sparizione si candida a diventare un mistero all’italiana. Giotta, oggi sessantaduenne, sarebbe tutt’altro che defunto. Diverse tracce disseminate qua e là sui social network, lo vogliono impegnato a gestire un ristorante a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. Sarebbe svernato ai Caraibi, insomma, e nel frattempo i procedimenti penali che lo riguardano in Italia sono naufragati sotto i colpi della prescrizione. Quelli civili, invece, sono ancora in corso.

Il processo a Bari  

Il processo con Modesto nel ruolo di parte offesa, si è celebrato a Bari e vedeva imputato anche il socio in affari di Giotta, ovvero l’imprenditore cosentino ed ex consigliere regionale Mimmo Barile. È proprio lui a dare il via alla vicenda nel 2010, quando contatta Luisiano Castiglia, esponente della vecchia malavita cosentina già affiliato del clan Perna-Pranno. Dopo la condanna per associazione mafiosa, incassata a metà degli anni Novanta, non ha fatto più parlare di sé in termini criminali. E infatti, in questa storia la ‘ndrangheta non c’entra. 

Castiglia è “solo” il suocero di Modesto quando, in quel 2010, Barile gli propone di partecipare a un'asta immobiliare per acquisire un complesso residenziale a Roma, in via dei Serpenti. A quel punto Luisiano e suo figlio consegnano un assegno da 50mila euro all’imprenditore cosentino che a sua volta li mette in contatto con Giotta, l'uomo che dovrà occuparsi dei dettagli tecnici della vicenda.

Prendi i soldi e scappa

L’accordo prevede che Castiglia e Barile siano soci al 50% e così il primo comincia a versare le quote di sua competenza. Ha una buona disponibilità finanziaria perché nell'affare entra anche il genero calciatore che, grazie all'attività sportiva, ha messo da parte un bel gruzzolo. A conti fatti, la cifra sborsata da Modesto e dai suoi congiunti si assesta a quota un milione e 310mila euro. Prima che la situazione precipiti.

Nel 2014, infatti, scoppia lo scandalo Field, società in house della Regione. Barile, presidente della fondazione, viene arrestato per un ammanco da 500mila euro ed esce di scena dall'affare romano. Modesto e il suocero sentono puzza di bruciato e decidono di tirarsi fuori dai giochi. Contattano Giotta chiedendogli di riavere indietro i loro soldi, ma a quel punto il legale barese non si trova più.
In seguito, Modesto e suo suocero saranno arrestati per una storia di usura, rivelatasi poi del tutto infondata.

Ad accusarli, infatti, era un pentito che, in precedenza, il calciatore aveva denunciato poiché responsabile di un altro raggiro finanziario ordito ai suoi danni. E Barile invece? Oltre alla vicenda Field, ha subito un’ulteriore condanna per bancarotta fraudolenta. Anni fa, mentre è agli arresti domiciliari, afferma di aver ricevuto da Giotta prestiti per circa seicentomila euro. È più meno la metà della cifra sottratta a Francesco Modesto, ma tant’è: convocato dalla Procura per confermare quelle dichiarazioni, si avvarrà della facoltà di non rispondere. Proprio un mistero all’italiana.