Non si arresta la corsa del virus nella nostra regione: quella appena trascorsa è la seconda settimana con più casi da quando è iniziata la pandemia. Sfiorati i livelli del boom di Natale, quattromila casi in più dei sette giorni precedenti ed un aumento del 32% (ASCOLTA L'AUDIO)
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Per usare una metafora automobilistica, verrebbe da dire che si continua così e si va a sbattere. Di fronte a noi, a suonare il clacson ed a implorare di fermarci, non c’è però un altro mezzo, ma un tir chiamato Covid, che non solo non rallenta ma accelera dritto nella nostra direzione.
Si sa, i numeri sono il modo più oggettivo di raccontare la realtà, quello che non mente mai: e le cifre che vengono fuori dalla Calabria in questi giorni ci dicono di un virus che non solo non è depotenziato, indebolito, ma è più vivo e vegeto che mai. Se sarà una nuova ondata o più probabilmenta una nuova fiammata come lo fu lo scorso anno nello stesso periodo è ancora presto per dirlo. Ma c’è un dato di fatto, inoppugnabile: da queste parti il virus non ha mai arretrato.
Covid, il 30% dei casi in più rispetto a settimana scorsa
Andiamo allora nel dettaglio dei numeri: rispetto a sette giorni fa, l’aumento dei casi è stato visibile giorno dopo giorno. Sin dal lunedì, giorno in cui si registrano solitamente meno casi, l’asticella dei nuovi positivi ha iniziato terribilmente a salire. Nella giornata di domenica 13 marzo c’è stato l’ultimo rilevamento settimanale e la somma degli ultimi sette giorni ha fatto venire i brividi: un totale di 16.326 nuovi casi di Covid in Calabria, circa il 32% in più rispetto a settimana scorsa, quando se n’erano registrati 12368. Numeri altri anche questi, soprattutto se rapportati a regioni che invece continuano a calare: la Calabria tra l’altro è una delle pochissime regioni che resta in colore giallo, anche se in questo momento l’unico giallo che ha appeal sull’opinione pubblica è quello sommato all’azzurro della bandiera ucraina. Un calo d’attenzione, quindi, che sta avendo però pesantissime ricadute sull’economia sociale delle famiglie, che torna in questi giorni a fare i conti con bambini in quarantene, nuove dad da attivare e famiglie alle prese con le difficoltà del caso.
La settimana appena trascorsa, però, è anche la seconda settimana con più casi di sempre da quando è iniziata la pandemia: a gennaio, tra il 10 e il 16, vennero registrati più di 17mila casi, con lunghissime file davanti le farmacie e i centri accreditati. Adesso la storia si ripete, con file di attesa ai laboratori analisi ed alle farmacie ma con una enorme diffusione dei test casalinghi, che sfuggono totalmente al tracciamento.
Per questo, ed è il timore dei responsabili della salute pubblica, potrebbe essere decisamente più alto a causa della enorme diffusione della malattia: sotto l’occhio del ciclone ci sono i bambini delle scuole dell’infanzia e degli asili nido, che non hanno l’obbligo della mascherina. Sono cambiate le regole, le chiusure delle scuole e l’avvio della Dad è molto più difficile, ma i bambini positivi in questi ultimi giorni sono davvero tanti e molti sindaci stanno provvedendo in autonomia a chiudere le scuole per sanificare.
Intanto il virus corre, siamo una delle poche regioni rimasta gialla e mai passata in bianco e i vaccini sono formi al palo: resta da capire ora quali saranno le contromosse per far arretrare il virus, permettere di arrivare alla scadenza del 31 marzo (giorno in cui cadranno la maggior parte dei divieti e delle indicazioni) con più tranquillità e senza dover rimandare una data di caduta delle prescrizioni che al momento pare davvero fuori discussione, almeno leggendo i dati della Calabria.