C’è anche l’attuale assessore ai Lavori pubblici del Comune di Polia, Giovanni Anello, fra gli arrestati dell’operazione “Imponimento” della Guardia di Finanza e della Dda di Catanzaro. Viene indicato quale “faccendiere” del clan Anello di Filadelfia ed in diretto contatto con il boss Rocco Anello. Avrebbe collaborato al mantenimento del controllo del settore dei lavori edili, individuando i cantieri da segnalare per il compimento delle conseguenti attività estorsive, cui concorreva, selezionando di concerto con Rocco Anello le imprese cui consentire l’accesso alle commesse, se necessario turbando a tal fine le gare di appalto.

 

Quale assessore del Comune di Polia, Giovanni Anello avrebbe concordato con il boss Rocco Anello tempi e modi dei pagamenti che l’ente pubblico (il Comune di Polia) doveva effettuare per i lavori edilizi eseguiti dalle ditte del “cartello” mafioso Avrebbe poi svolto analoghi compiti anche in funzione del controllo del settore del taglio boschivo. Giovanni Anello avrebbe inoltre contribuito – secondo l’accusa – a formare la strategia del sodalizio in ambito politico, come quando «promuoveva – si legge nel capo di imputazione – il sostegno della cosca alle elezioni comunali di Maida del 2017 dei candidati al Consiglio comunale” Francesco Giardino cl. 87 (al Consiglio comunale) e Valeria Fedele (candidata alla carica di sindaco e attuale consigliere comunale di minoranza, ndr) ed alle elezioni politiche nazionali del 2018 al dott. Giuseppe Mangialavori, poi eletto al Senato della Repubblica con Forza Italia».

 

Dalle indagini è emerso che tra il consigliere comunale Francescantonio Tedesco e Giuseppe Mangialavori, successivamente alle elezioni amministrative del 31 maggio 2015, si fosse venuta a creare una ostilità per disaccordi emersi nell’ambito della vita politica comunale di Vibo Valentia che sono da ricondursi all’adesione di Tedesco al gruppo politico “Vibo Unica” che faceva riferimento all’allora presidente del Consiglio Comunale, Stefano Luciano. Successivamente però, a quanto risulta dal monitoraggio della polizia giudiziaria, a partire dalla fine del mese di dicembre 2017 i due si riavvicinavano. «Evidentemente, in vista delle prossime consultazioni, il futuro senatore – rimarca la Dda – intendeva ricomporre dissidi con i propri amici per coalizzarli e ottenerne l’appoggio elettorale». Contemporaneamente, dalla captazione telefonica in essere nei confronti di Giovanni Anello si monitorava un coinvolgimento del medesimo nel procacciamento di voti, per le imminenti elezioni nazionali a favore del candidato Giuseppe Mangialavori, allo stato non indagato, così come non sono indagati il consigliere di Maida Valeria Fedele e di Francesco Giardino.

Sempre il sostegno elettorale in favore del senatore vibonese di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori, è al centro di un altro capo di imputazione che interessa Daniele Prestanicola, 38 anni, di Maierato (arrestato) ed indicato quale imprenditore di riferimento dell’organizzazione criminale.

 

Si sarebbe occupato di recapitare ad altri sodali ovvero ad appartenenti di altre consorterie, messaggi provenienti dai vertici dell’organizzazione, permettendo al sodalizio, di mantenere un canale comunicativo con gli imprenditori vittime delle pretese estorsive. Si sarebbe poi prestato ad emettere fatture nei confronti degli imprenditori estorti, di importo maggiorato rispetto al valore di quanto realmente fornito, in modo da comprendere e mascherare una quota di profitto da riconoscere alla cosca a titolo puramente estorsivo. Avrebbe commesso specifici reati avvalendosi del metodo mafioso per agevolare l’organizzazione e avrebbe contribuito – secondo l’accusa – a  formare «la strategia del sodalizio in ambito politico, come quando promuoveva il sostegno della cosca alle elezioni politiche nazionali del 2018 al dott. Mangilavori Giuseppepoi eletto al Senato della Repubblica».

 

Fra gli arrestati anche Francescantonio Tedesco, 52 anni, architetto, ex consigliere comunale con sindaco Elio Costa, professionista attivo nel settore dei lavori edili ed impegnato nella vita politica locale, avrebbe collaborato con il sodalizio Anello-Fruci di Filadelfia e Acconia di Curinga nel mantenimento del controllo del settore edilizio, anche concorrendo ad esercitare pressioni sugli imprenditori in occasione di specifiche vicende estorsive, nonché contribuendo a “formare la strategia del sodalizio in ambito politico, come quando promuoveva il sostegno della cosca alle elezioni politiche nazionali del 2018 al dott. Mangialavori Giuseppe, poi eletto al Senato della Repubblica” con Forza Italia e già consigliere regionale e presidente del Consiglio comunale di Vibo Valentia.

 

Le vicende relative alle elezioni politiche 2018. Da alcune emergenze si ipotizza che il candidato al Senato della Repubblica Giuseppe Mangialavori per le elezioni del 4 marzo 2018, attraverso l’architetto Francescantonio Tedesco, abbia ottenuto l’appoggio del boss Rocco Anello. Lo scrivono a chiare lettere i magistrati della Dda di Catanzaro nel fermo di indiziato di delitto. L’architetto Tedesco ha avuto incarichi, quale consulente, dalle Procure di Vibo, Lamezia Terme, Reggio Calabria, Crotone, Paola e Catanzaro.

 

Il sindaco De Nisi e Mangialavori 

Il 9 gennaio 2018 alle ore 12:34 sull’utenza di Giovanni Anello (arrestato ed assessore a Polia) si captava una telefonata verso l’utenza di Giuseppe Mangialavori. «Il motivo di tale tentativo di chiamata veniva svelato pochi minuti dopo - si legge nelle carte - alle ore 12:39, dallo stesso Giovanni Anello il quale telefonava a Maurizio De Nisi, sindaco di Filadelfia. Giovanni Anello diceva a Maurizio De Nisi di essere appena uscito dalla Salus, ovvero dal Centro Diagnostico Mangialavori con sede a Vibo Valentia, dove aveva incontrato “lui” (Giuseppe Mangialavori)».

 

Diceva di aver fatto presente a Mangialavori di essere schierato con De Nisi («Io sono della corrente di De Nisi, da…»), sapendo che lo stesso De Nisi lo sosteneva («da quello che si dice in giro e… sono con voi. No?»). Giovanni Anello diceva a Maurizio De Nisi di aver inoltre evidenziato a Mangialavori che era in programma una prossima riunione elettorale con dei portatori di voti (“In questi giorni noi ci riuniamo con le persone che hanno i voti a Polia, che hanno i voti a Filadelfia…”). Entrambe le affermazioni riscuotevano l’approvazione del De Nisi. Quindi – scrive la Dda – concordando con De Nisi, Giovanni Anello esprimeva apprezzamento per Mangialavori il quale gli aveva mostrato atteggiamenti confidenziali”. Da precisare che Maurizio De Nisi non risulta indagato.

A Giovanni Anello, Daniele Prestanicola e Francescantonio Tedesco viene contestata l’accusa di concorso in associazione mafiosa.

 

LEGGI ANCHE: