Nicolino Grande Aracri aveva un sogno, quello di una grande Provincia di ‘ndrangheta coma quella del reggino. È quanto emerge dalla relazione annuale della Direzione nazionale Antimafia. “Punto focale di tale progetto organizzativo, cui mirava Nicolino Grande Aracri, era la partecipazione in tale nuova struttura verticistica, anch’essa denominata Provincia, degli esponenti apicali di alcune delle più importanti locali di 'ndrangheta del territorio crotonese, quali quella di Isola Capo Rizzuto, che ha dimostrato avere rapporti con la Germania per interessi nel settore delle energie alternative, quella di Belvedere Spinello, particolarmente attiva nel traffico di sostanze stupefacenti con il Belgio e l’Olanda, quella di Petilia Policastro, connotata dal monopolio assoluto del mercato dell’uva e delle castagne, quella di San Leonardo di Cutro, attiva nella imposizione di prodotti agricoli e vinicoli e con interessi non solo sul territorio nazionale ma anche in Germania, quella catanzarese e via dicendo, con rapporti e collaborazioni con gruppi 'ndranghetisti di primo piano del reggino e, più in particolare, della contigua locride”.

 

In seguito all’arresto del boss di Cutro il progetto non è più andato avanti . Infatti “negli ultimi anni – spiegano dalla Dna - gli assetti criminali sul territorio sono risultati connotati da un rilevante dinamismo dipendente, di volta in volta, dalle operazioni giudiziarie che hanno portato all’arresto di intere compagini criminali, così lasciando campo aperto all’espansione degli altri gruppi delinquenziali”.

 

La relazione specifica come In Emila "la 'ndrangheta sembra ridursi alla ‘ndrina di Cutro, facente capo a Grande Aracri Nicolino, che nel territorio settentrionale in cui si è espansa, ha attuato il sistema della colonizzazione, intendendosi con tale termine la formazione di “locali” nel territorio di espansione".