«L’amministrazione della Giustizia in Calabria, forse più che altrove, è ostacolata da difficoltà e criticità di ogni genere; i magistrati laboriosi e onesti rappresentano il difficilissimo ruolo di garanti quotidiani della legalità, questo in un territorio particolarmente vasto e complesso, dove, si registrano forti ed allarmanti criticità, disfunzioni di tipo sociale, economico, politico, che si intersecano e sovente concorrono, pericolosamente, con crescenti e pervasivi fenomeni di malaffare da parte di “associazioni coperte”, poteri deviati, criminalità organizzata e non. Tutto ciò in danno dei cittadini calabresi, delle Istituzioni, della Giustizia e dello Stato. La conflittualità politica, la insana sovrapproduzione normativa, la complessità della stessa, la eccessiva burocratizzazione hanno “scaricato” sulla giurisdizione una serie di problematiche difficilmente risolvibili, questo con elevata sovraesposizione e indebita supplenza della Magistratura, anch’essa purtroppo non sempre estranea a logiche corporative, illeciti ed errori». Duro e senza infingimenti, com’è sua natura, il Procuratore Generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, nel suo intervento per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024.

Il Pnrr ha previsto fondi solo per il settore giudicante e non per quello requirente

«Il Piano nazionale di ripresa e resilienza – afferma Lucantonio – ha previsto fondi solo per il settore giudicante, non per quello requirente, parte necessaria ed indispensabile del giusto processo. Qualcosa andava assolutamente fatto per rimediare a tale “significativa” allarmante dimenticanza e non lo è stato. Se si richiede una “risposta giudiziaria” a dir poco imponente senza sostenere chi la deve dare questa è irrealizzabile.

In tale contesto è dunque indispensabile una costante e quotidiana attività consiliare di vicinanza e di supporto ai colleghi, attraverso una pronta ed adeguata risposta alle mille difficoltà, alle innumerevoli criticità, alle oggettive disfunzioni operative degli uffici giudiziari del Distretto, dunque ribadisco, con forza e caparbietà, le poche ma imprescindibili richieste già avanzate da ben due anni ma ancora “in attesa di accoglimento”».

Le richieste rivolte al Csm e al ministero della Giustizia

Facendosi portavoce delle esigenze delle Procure del Distretto di Catanzaro, Lucantonio ha indirizzato due precise richieste al Csm e al ministero della giustizia: «Al Consiglio superiore della magistratura la sollecita nomina dei direttivi e dei semidirettivi; la costante, solerte e adeguata copertura degli organici degli Uffici Giudiziari del Distretto, caratterizzati da un permanente e gravosissimo fenomeno di turn-over, magari anche attraverso il sapiente utilizzo degli incentivi per le sedi più disagiate o critiche. Al ministero della Giustizia di sanare le insufficienze degli organici del personale amministrativo (imprescindibile ausilio ad un corretto ed efficiente esercizio della giurisdizione) e delle quasi “inesistenti” sezioni di polizia giudiziaria; di proseguire nella già avviata costruzione di piattaforme di lavoro informatico/digitali utili, moderne, funzionanti, aggiornate e adeguate alle esigenze cui sono preposte, formando adeguatamente chi le deve utilizzare; infine, ma assai rilevante, una convinta e decisa rivisitazione delle Sedi giudiziarie e delle piante organiche di molti uffici giudiziari, sottodimensionate rispetto agli effettivi carichi di lavoro».

«Che l’aula bunker di Lamezia e la nuova Procura non rimangano “miracoli isolati”»

«Le ridotte dimensioni di alcuni uffici giudiziari in Calabria – continua Lucantonio –, le insufficienti piante organiche, cui si aggiungono le vacanze ed il costante, ripetitivo turnover dei magistrati addetti, rappresenta infatti il maggior ostacolo all’esercizio della “utile” giurisdizione; non consente di attuare piani di smaltimento degli arretrati, né di predisporre e sviluppare adeguati e innovativi progetti e/o moduli organizzativi di medio termine e si traduce nel fallimento della funzione, una sciagura per il Paese. Solo una giustizia efficiente, infatti, può essere autorevole e dare un vero contributo alla tanto invocata e da molti solo “predicata” legalità, base di ogni democrazia che voglia essere degna di tale nome. Spero davvero che il Consiglio superiore ed il ministero della Giustizia, non mancheranno di profondere energie, impegno e convinto sostegno per assicurare a tutti i magistrati del Distretto adeguata tutela e l’esercizio, quantomeno decoroso, delle loro funzioni a difesa dello Stato e della Legalità. La realizzazione in tempi di record dell’Aula bunker e della nuova Procura sono, per ora, due “miracoli isolati” e già dimenticati, qui invece più che di miracoli si sente il bisogno di un concreto quotidiano percorso di attenzione, virtuoso e costante; confido insomma che l’attenzione dello Stato non resti fatto eccezionale, ma prosegua, con gli altri indispensabili interventi più volte segnalati, così dimostrando a tutti i calabresi onesti e alla nazione che in un territorio difficile, problematico e complesso quale è la Calabria lo Stato c’è, agisce, si impegna e garantisce il quotidiano rispetto delle regole».

Lucantonio: «Ciò che chiediamo è possibile e necessario»

«Non serve esultare per un singolo risultato: una singola struttura realizzata – ha concluso il Pg –, la assoluzione di un innocente, la cattura di un pericoloso latitante oppure la condanna di un pericoloso omicida; questo non risolve il problema. Qui occorre che la Giustizia funzioni bene, ogni giorno, senza clamore, ma con efficienza, concretezza, equilibrio ed umanità. Sono convinto che quando vi è rettitudine, sinergia, comunione di intenti e superiori interessi condivisi, le Istituzioni funzionano. Consentitemi, dunque, Rappresentanti Istituzionali oggi qui presenti di sperare che possa proseguire il cammino purtroppo lentamente iniziato e spesso interrotto, in modo da potere a breve rivendicare l’orgoglio di appartenere ad uno Stato che ha dimostrato di essere efficiente e presente in questa complicata terra di Calabria, con l’auspicio - dopo due anni di vana attesa alle stesse richieste che oggi ho replicato - di non restare a strillare disperato, avendo sperato troppo. Ciò che chiediamo è possibile, realizzabile e necessario, non dimenticatelo».