La testimonianza di un autista di ambulanze arrivato tra i primi ieri mattina a Steccato di Cutro dove ha vissuto l'esperienza più drammatica della sua vita
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Francesco Greco è un autista di ambulanze del Suem 118 di Crotone. È abituato alle emergenze, alle scene più cruente, alle situazioni difficili. Ma quella di domenica è stata l'esperienza più drammatica che poteva vivere. Alle ore 4,50, appena ricevuta la segnalazione dalle forze di polizia, è stato il primo ad arrivare insieme ai suoi colleghi a Steccato di Cutro dove era naufragato un barcone carico di migranti, uomini, donne, bambini.
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«Il mare era pieno di morti» racconta Francesco che non ci ha pensato un attimo a gettarsi tra le onde alte del mare in tempesta. Ne è uscito con in braccio una bimba di pochi anni, ormai priva di vita. L'acqua era impregnata di kerosene, sversato dai serbatoi e dal motore del barcone ormai distrutto. Francesco Greco lo ha ingerito ed inalato ed è rimasto intossicato dal carburante, così come molti dei superstiti del disastro che più tardi hanno dovuto fare ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso. Ha adagiato quel piccolo corpo sulla battigia ed è scoppiato a piangere.