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Una matassa tutta da dipanare. Si tinge di giallo la morte di Massimo Bevacqua, il docente calabrese trovato cadavere nella sua abitazione di Sisì Bu Said, in Tunisia, nella notte tra martedì e mercoledì. Nell’attesa che l’esame autoptico disposto dall’autorità giudiziaria tunisina chiarisca l’esatta causa della morte, secondo alcune indiscrezioni lanciate dagli organi di stampa locale si farebbe largo l’ipotesi di una rapina finita nel sangue. Quindi il rogo appiccato da uno o più malviventi allo scopo di cancellare quante più tracce possibili dell’omicidio. In base alle prime notizie diffusesi in Tunisia, il quarantaduenne docente d’Italiano all’Università di Cartagine e all’Istituto di cultura italiana a Tunisi, sarebbe stato accoltellato. Originario di Rossano, grande conoscitore della lingua e della cultura araba, Bevacqua era un insegnante a contratto che collaborava con le università di Urbino e Roma. Grande cordoglio a Rossano, dove vivevano i suoi familiari – le tre sorelle e la madre - che vedeva per pochi periodi all’anno essendo continuamente in viaggio o all’estero il docente deceduto in circostanze ancora tutte da chiarire. In Tunisia oggi c’è il fratello, Cataldo, che sta seguendo passo dopo passo le indagini avviate dagli investigatori locali.
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