Mancano due anni alla scadenza naturale del mandato per la procura di Catanzaro, ma il magistrato di Gerace potrà presentare altre domande al Csm (ASCOLTA L'AUDIO)
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Quale sarà il futuro di Nicola Gratteri? La decisione del Plenum del Consiglio superiore della magistratura di votare a maggioranza per Giovanni Melillo, ormai ex procuratore capo di Napoli, apre nuovi scenari per il magistrato di Gerace. Il procuratore di Catanzaro, dopo aver revocato la domanda per la procura di Milano, affidata all’ex procuratore generale di Firenze Marcello Viola, aveva puntato tutto sulla Direzione Nazionale Antimafia, portandosi dietro un curriculum molto ampio, ma mancante, rispetto al vincitore Melillo, di una lunga esperienza in materia anti-terroristica. Aspetto rimarcato soprattutto dagli interventi del primo presidente della Cassazione Pietro Curzio e dal procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, che hanno espresso in modo palese la loro preferenza per Giovanni Melillo.
Nicola Gratteri, in teoria, poteva contare su circa 8 voti. Dall’area associativa di “Autonomia e Indipendenza”, fondata da Piercamillo Davigo, e portata avanti ora da Sebastiano Ardita, fino al Movimento Cinque Stelle, rappresentato nel Consiglio Superiore della Magistratura dai consiglieri laici Fulvio Gigliotti (relatore della proposta Gratteri), Alberto Maria Benedetti e Fulvio Donati. Aveva espresso gradimento per la sua nomina anche il consigliere laico Stefano Cavanna, avvocato civilista, eletto in Parlamento con la Lega di Matteo Salvini, che in passato ha mostrato apprezzamenti per il lavoro di Nicola Gratteri.
Nessuno, tuttavia, si aspettava che la “partita” si chiudesse al primo turno, com’è avvenuto anche per la procura di Milano. Gli addetti ai lavori infatti ritenevano che fosse necessario il secondo turno, per meglio dire il "ballottaggio", per la fumata bianca. Ed invece, Giovanni Melillo ha conquistato un’ampia maggioranza, presumibilmente tutta l’area della sinistra giudiziaria e degli esponenti di Unicost (ex corrente associativa di cui faceva parte Luca Palamara), che hanno virato con decisione sul procuratore capo di Napoli, in passato Capo di Gabinetto dell’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando.
A Nicola Gratteri, dunque, rimangono tecnicamente due anni alla scadenza naturale del mandato per il ruolo direttivo della procura di Catanzaro. Da qui al 2024, tuttavia, potrà ovviamente partecipare ai vari bandi di concorso che si apriranno per incarichi prestigiosi e importanti, quale potrà essere quello della procura di Napoli, l’ufficio inquirente più grande del panorama giudiziario italiano. Insomma, Gratteri ha due anni di tempo per concludere il lavoro investigativo in Calabria e nel frattempo avrà la possibilità di individuare il miglior percorso per la sua vita professionale (salvo ritornare a fare il pm). Plenum permettendo.