Civita è un paese straziato. Le urla di dolore dei familiari delle vittime squarciano il silenzio, a tratti interrotto dal passaggio delle auto dei soccorritori, in cui il borgo del Pollino è precipitato appena si è sparsa la notizia delle persone investite dalla furia delle acque del Raganello. C’erano almeno 29 escursionisti nel momento della piena: di un primo gruppo organizzato composto da 17 persone mancano all’appello ancora in cinque. Alcuni di loro si sono salvati aggrappandosi alle rocce, altri sono finiti nel vortice di questa cascata imprevista. In pochi attimi il torrente ha spazzato via ogni cosa lungo la propria traiettoria, portandosi dietro anche i dieci corpi delle vittime fin qui accertate, ritrovate anche a tre chilometri di distanza dall’impatto. Per questo gruppo è iniziato il triste rituale del riconoscimento. Una seconda comitiva di 12 persone si è invece avventurata nelle gole senza la guida. Si teme che possano inoltre esserci altri visitatori che abbiano deciso di trascorrere il pomeriggio nell’area senza avvalersi del supporto delle strutture organizzate. La Prefettura, che coordina le operazioni di soccorso insieme alla Protezione Civile, ha allestito la camera ardente nella palestra del Paese. Il Municipio invece ospita l’unità di crisi. C’è un numero verde, attivo 24 ore su 24: 800 22 22 11 per segnalare eventuali dispersi. In 13 sono stati tratti in salvo. Si spera di trovare altri superstiti.

 

Intervista al capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi:

Intervista al Prefetto di Cosenza, Paola Galeone:

LEGGI ANCHE: