Un ospedale sospeso tra la piena funzionalità e l'atavica mancanza di personale. Tra le corsie dello Spoke di Castrovillari, troppe volte depauperato e scippato di servizi e prestazioni ospedaliere, la mancanza più grave è quella del personale. Si parla di quasi il 40% in meno rispetto alla dotazione che si trova scritta nei documenti ufficiali che trattano del piano di riorganizzazione dell'assetto ospedaliero della Calabria. Ma nonostante tutto il personale riesce a dare continuità ai servizi essenziali che vanno avanti grazie alla dedizione e l'eroico impegno di chi ogni giorno tra quelle corsie ha scelto di vivere ed operare con la sua professionalità.

La gestione Covid


Durante i primi giorni dell'epidemia italiana l'allora commissario dell'Asp di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli, individuò lo Spoke di Castrovillari come ospedale Covid. Ma ben presto quella decisione fu riconsiderata ed oggi la gestione dell'emergenza appare da questo territorio molto lontana. Basti pensare che attraverso screening continui sul personale medico il contagio tra le corsie del "Ferrari" non è mai arrivato. I pochi casi di positività tra il personale medico ed infermieristico sono tutti attribuibili a contagi fuori dalla struttura ospedaliera.

I percorsi covid tracciati per la non promiscuità dei sospetti e la struttura sanitaria oggi sono un lontano ricordo che però lascia soltanto in pronto soccorso e in ciascuno reparto una "area grigia” dove vengono ospitati i casi conclamati o sospetti che arrivano in ospedale prima del trasferimento alle strutture covid della provincia di Cosenza.

Reparti e criticità

Nel provvedimento che decreteva Castrovillari ospedale Covid il commissario straordinario dell'epoca aveva previsto l'incremento di 38 posti letto nella struttura castrovillarese: 10 di terapia intensiva generale e anestesia, 14 di terapia sub intensiva e respiratoria e 14 in pneumologia che ancora attendono la concreta esecuzione. Il reparto di Broncopneumologia ad oggi vede la dotazione di ben 5 medici dei quali due sono stati dirottati in prestito presso il reparto Covid del Giannettasio di Corigliano Rossano.

La vera criticità è il pronto soccorso con troppi pochi medici ed infermieri a gestire l'affluenza della popolazione di un territorio davvero importante. Medicina e chirurgia insieme a cardiologia rappresentano i punti di forza della gestione dei servizi in continuità nonostante la carenza di organico abbia segnato anche qui l'operatività di prestazioni salvavita come quella di Emodinamica che per la mancanza di un emodinamista ha dovuto sospendere nel recente passato la sua attività intervestica d'urgenza nelle ore notturne.

Le sale operatorie mai usate

Nel quadro operativo della struttura mancano all'appello da anni le sale operatorie nuove di zecca, costate 4.778.400,00 euro inaugurate più volte in modo farlocco e mai entrate in funzione per la mancata progettazione della Centrale gas medicali e del Gruppo elettrogeno. Un vero momumento allo spreco di denaro pubblico che attende ancora verità e piena funzionalità, ma che va accompagnata anche alla dotazione di anestesisti e rianimatori che sono tra quelle figure che oggi mancano ancora alla piena dotazione organica del più importante presidio del Pollino.