Dati incontrovertibili dimostrano che l’inchiesta ha avuto esiti devastanti nei confronti della ‘ndrangheta vibonese: 280 condanne che hanno disarticolato clan e ‘ndrine
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Basta con le strumentalizzazioni sui numeri di Rinascita Scott, la più importante inchiesta antimafia dopo i drammatici fatti e i processi di Palermo. Guardiamo ai numeri veri e incontestabili, ed ognuno si metta la mano sulla coscienza. Dei 479 indagati, 23 posizioni sono state stralciate: per alcune è stata chiesta l’archiviazione all’esito degli interrogatori di garanzia, mentre altre 7 sono state stralciate ed hanno riguardato il reato di associazione mafiosa contestato ad esponenti della cosca Soriano di Filandari, imputazione che è stata riunita al processo Nemea ed ha portato alla condanna per il reato associativo 6 imputati ed all'assoluzione di uno di essi (condannato per i soli reati fine).
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Rimangono 456 imputati per i quali è stata esercitata l’azione penale: il Gup ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Vibo Valentia per 21 imputati. A questo punto gli imputati restanti sono 435: A) 4 sono stati rinviati a giudizio dinnanzi al Tribunale di Cosenza (Adamo Nicola, Capizzi Giuseppe e Valia Filippo, per il reato di traffico di influenze - unitamente all’imputato Giamborino Pietro, coinvolto anche nel dibattimento principale che si è svolto nell’aula bunker di Lamezia Terme. Su questo reato, ancora sub iudice, si segnala che l’imprenditore coinvolto ha chiesto al Tribunale di Cosenza ed ottenuto con il parere favorevole della Dda di Catanzaro l’affidamento in prova ai servizi sociali, mentre è prevista nel febbraio 2024 la discussione delle parti); B) 91 imputati, nel corso dell’udienza preliminare hanno scelto il rito abbreviato: 70 sono stati condannati in primo grado e 21 assolti (7 richieste assolutorie erano della DDA), mentre la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro del 30 ottobre 2023 ha confermato la condanna per 67 imputati, pronunciando assoluzione per 3 imputati; C) dei 344 imputati in 14 sono stati rinviati a giudizio davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro per reati di omicidio e sequestro di persona a scopo di estorsione (tra questi ci sono 13 imputati che rispondono anche di associazione mafiosa nel processo ordinario che si è celebrato nell’aula bunker di Lamezia Terme, mentre un solo imputato risponde di omicidio davanti alla corte d’Assise, ma non ha la contestazione associativa davanti al Tribunale collegiale: è in corso la discussione delle difese e si definirà presumibilmente nella prossima settimana); D) 343 imputati sono stati rinviati a giudizio davanti al tribunale di Vibo Valentia, nell’aula bunker di Lamezia Terme. Dei 343 imputati confluiti nel rito ordinario: 5 posizioni sono state definite con sentenza di non doversi procedere per morte del reo; mentre 2 posizioni verticistiche sono state stralciate perché la Corte di Cassazione ha accolto la ricusazione del collegio giudicante proposta da Luigi Mancuso e da Giuseppe Antonio Accorinti: è in corso la discussione dei due stralci davanti ad altro collegio e il processo si concluderà nella prossima settimana.
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Siamo al dunque, per cui molte percentuali pubblicate hanno solo il sapore delle “fake news”, rispetto alle quali bisognerebbe domandarsi perché (lo faremo in altro articolo). Ci sono state 205 condanne e 131 assoluzioni (12 richieste dalla Dda, 14 pronunce assolutorie su capi di imputazione per cui vi era il difetto di querela, a seguito della riforma Cartabia, 18 pronunce assolutorie su capi di imputazione prescritti). Non vi sembra che il bilancio sia più che positivo? Ci sono state: 68 condanne confermate dalla Corte d’Appello nel rito abbreviato; 205 condanne nel rito ordinario; 6 condanne relative a posizioni stralciate, confluite nel processo Nemea; 1 affidamento in prova ai servizi sociali (con ammissione del fatto in cui sono coinvolti i politici confluiti nello stralcio di Cosenza). In tutto 280 condanne.
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Inoltre. Si è in attesa, nella prossima settimana, dei due stralci pendenti dinnanzi al Tribunale di Vibo Valentia in diversa composizione e in relazione a dinamica processuale pendente dinnanzi alla Corte d’Assise. A febbraio si chiuderà lo stralcio dinnanzi al Tribunale di Cosenza. Sono stati condannati non solo i partecipi dell’associazione mafiosa, ma anche: tutti i professionisti imputati, 4 di professione avvocato; tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine coinvolti (un comandante provinciale dei carabinieri, un maresciallo della guardia di finanza passato ai servizi segreti, un agente della polizia di Stato, un maresciallo dei carabinieri ed il comandante della polizia municipale di Vibo; diversi appartenenti alla classe politica (ex parlamentari, ex sindaci) e imprenditoriale; un assistente del Tribunale di Vibo Valentia, una veterinaria dell’Asp di Vibo. È stata disposta la trasmissione degli atti per 17 testimoni, tra i quali spicca un magistrato rispetto al quale l'accusa ritiene che abbia detto il falso in udienza (Marco Petrini, già presidente della Corte d’Assise d’appello di Catanzaro, destituito da servizio). Sono state confiscate numerose società ed esercizi commerciali.
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Questi sono i numeri veri. Le chiacchiere per nulla documentate di alcuni sono molto probabilmente finalizzate a gettare fumo negli occhi dell'opinione pubblica. C'è da domandarsi: qualcuno spera, in modo assai ingenuo, che la decisa azione di contrasto alla 'ndrangheta e alla massomafia voluta dallo Stato e portata avanti da tanti magistrati (tra Procure e giudicanti) che hanno la stessa tempra d'acciaio di Nicola Gratteri possa avere cedimenti? O magari qualcun altro, di cui non si è ancora parlato o di cui si è solo accennato negli anni, immagina di potersi auto-immunizzare accodandosi al carro delle “fake news”? Tentativi errati nei presupposti, nell'ideazione e nei risultati. Lo vedremo!