Lo spreco di denaro pubblico è storicizzato, 16 anni senza che l'Hospice di Melicucco veda la luce, ma ora il Comune chiede indietro l'immobile e intima all'Asp di pagare i canoni previsti nella convenzione. È dura la lettera con cui il sindaco Francesco Nicolaci (foto in basso) "informa" il commissario Gianluigi Scaffidi dell'annosa storia dell'ex Ostello della gioventù, l'immobile offerto - in base ad una convenzione firmata nel 2005 - per aprire il servizio delle cure palliative, all'epoca inserito nel Piano sanitario. Il primo cittadino appena ritornato alla guida dell'ente, però, pensa di andare oltre nel caso in cui l'Asp, visto che l'Hospice è scomparso da ogni pianificazione, non intendesse restituire il grande edificio ora avvolto nel degrado.

«Previa informativa ai carabinieri - sostiene - non escludiamo di rientrare in possesso dell'immobile con tutti i modi anche simbolici e plateali, visto che è ancora l'Asp ad avere le chiavi. Io, inoltre, sono obbligato dalla legge ad esigere il pagamento del canone annuale che, sebbene irrisorio, all'epoca venne pattuito e che l'Azienda non ha mai versato nelle casse del Comune che ora potrebbe andare incontro anche a un danno erariale». Una storia veramente significativa di un sistema sanitario in crisi, questa del rapporto tra i vari commissari e il Comune.

«Anche dopo aver scritto questa recente lettera - prosegue Nicolaci - da Reggio Calabria nessuno si è degnato di darmi un cenno, non dico una risposta formale, come se fosse tollerabile che una comunità rimanga ostaggio dell'Asp vedendo nell'abbandono una costruzione che invece noi possiamo riqualificare e mettere a disposizione della collettività».

Dopo la convenzione rimasta lettera morta, l'Asp aveva speso 700.000 euro per aprire un Hospice che, assieme all'ipotizzata struttura gemella di Siderno, completasse l'offerta provinciale che si basa solo sul servizio erogato nel capoluogo.

«Invece - conclude il sindaco - il commissario Scura in maniera del tutto ingiusta e misteriosa variò il Piano regionale, optando per l'apertura di un Centro nella sola Paola, e noi oggi ci troviamo di fronte alla beffa di una struttura che l'Asp, dopo aver speso parecchi denari pubblici, lascia alla mercè dei vandali e non restituisce al Comune: tutto questo è veramente troppo per un territorio come la Piana che continuerà, soprattutto dopo la grande manifestazione di Gioia Tauro, a rivendicare diritti e a difendere la propria dignità calpestata dai tagli e dalla sordità istituzionale».