Un’ora e un quarto tra ‘ndrangheta, giustizia e anche agricoltura. Ha scelto il modo migliore per parlare ai giovanissimi Nicola Gratteri, ospite del “Muschio Selvaggio”, il podcast più ascoltato d’Italia condotto da Fedez e Luis Sal. Il procuratore della Dda di Catanzaro, di cui il rapper è un grande fan, ha presentato il suo ultimo libro scritto a 4 mani con il giornalista Antonio Nicaso, raccontando il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata. «Non è mai tempo perso parlare ai giovani – ha detto Gratteri – Vado sempre nelle scuole quando posso da più di 30 anni, a spiegare la non convenienza a delinquere. A me interessa parlare alle persone che devono avere fiducia nelle istituzioni».

‘Ndrangheta e massoneria

«Solo per il 2% gli ndranghetisti sono ricchi – ha analizzato il magistrato – gli altri sono gli idioti che pensano al battesimo per fare la scalata, e che moriranno in carcere o uccisi. La ‘ndrangheta è una setta come la massoneria. La componente massonica è la componente che l'ha resa impenetrabile, e attraverso la massoneria deviata si gestisce il potere clientelare, il vero e grande cancro della società contemporanea. Le mafie cambiano con il mutare sociale. Lo ndranghetista non è il cafone con il suv da 80 mila euro, quella è criminalità comune. Noi abbiamo capimafia che si comportano come dei lord inglesi. I detenuti modello sono proprio i mafiosi, i primi ad uscire perché il loro obiettivo è quello. Troppi ‘ndranghetisti in Germania? Lì c’è una legge favorevole e pochi controlli. La strage di Duisburg ha fatto conoscere al mondo la potenza della ndrangheta».

L’esaltazione della violenza

Nel corso dell’intervista si è parlato anche del rischio di emulazione da parte dei più giovani di comportamenti presi dalle gesta di criminali “mitizzati da film e serie tv.  «Sono per la libertà nella cultura e nell’arte – ha ammesso Gratteri – Ma non è possibile che per un’ora di seguito in un film ci siano scene di violenza, è necessaria una alternativa. Se io vedo un ragazzino che si atteggia allo stesso modo del killer, allora è un fallimento. Con i ragazzi non si scherza, i bambini sono la cosa più importante se vogliamo amare le nuove generazioni. Ci dobbiamo prendere cura di loro, e stare attenti ai termini che usiamo. Per questo dico: attenzione all’esaltazione della violenza».

La vita sotto scorta

Gratteri ormai da trent’anni vive sotto scorta. «Ne ho una di primo livello – racconta – cinque macchine e un sistema di controllo h24. In Italia siamo due o tre. È una vita terribile. Ricevo tre segnalazioni al mese di pianificazioni contro di me. Tutto nasce quando nel 1989 ero fidanzato con la mia attuale moglie. Stavo facendo indagini importanti, alla sera sparano a casa della mia ragazza e le dicono di non sposarmi perché avrebbe sposato un uomo morto. Gli autori poi sono stati arrestati. Soddisfazioni? Non dobbiamo provare né dispiacere né piacere, sennò poi si perde lucidità, cerchiamo di applicare la legge in modo ortodosso e senza sbavature».

Il rapporto con la gente

«Sono a Catanzaro dal 2016 e in questi anni abbiamo fatto tante indagini – prosegue il pm – La cosa più importante che ho fatto? Riportare fiducia nella gente. Una volta a settimana di pomeriggio faccio ricevimento. La gente viene a raccontarmi i suoi drammi. Attualmente sono 250 in lista per chiedere di parlare con me. Si tratta di gente vessata, anche da atteggiamenti di bullismo e sottomissione. Cosa vuol dire questo? Che la gente non è omertosa, ma non sa con chi parlare. La gente si deve fidare e sentirsi rassicurata».

Ministro mancato

Un passaggio del podcast è dedicato anche alla mancata nomina di Gratteri a Ministro della Giustizia nel governo Renzi. «Nel 2014 conoscevo Del Rio perché era stato sindaco di Reggio Emilia. Mi chiama per salire a Roma, arrivo la sera nella sua stanza e vedo Renzi. Lo vidi molto interessato ed eccitato dalle riforme che avevo in testa. Mi aveva dato carta bianca. Poi l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha voluto. Perché? Forse molti sono andati a trovarlo e gli avranno raccontato delle cose su di me e non si è fidato. Io Ministro in futuro? Potrei cambiare molte cose per far funzionare meglio la giustizia, tutto tranne quello che ha fatto la Cartabia, con riforme dannose. Alcune non fanno altro che rallentare i processi».

La passione per l’agricoltura

Nel segmento finale della trasmissione Gratteri ha anche ammesso la sua passione per la vita bucolica. «Sono un esperto agricoltore infiltrato in magistratura – dice scherzando – Dalle nostre parti in Calabria ai miei tempi si usava andare dal mastro e imparare un mestiere. La mia era una famiglia di contadini, avevano un pezzo di terra con alcuni alberi di ulivi, poi il grano e la vigna per essere autosufficienti. Da bambino ho fatto il muratore, carrozziere, meccanico, il panettiere di notte e il calzolaio. Adesso faccio agricoltura biologica, di domenica coltivo io la terra, raccolgo broccoli e cavoli, mi piace sporcarmi le mani, la terra è il mio psichiatra. Coltivo anche ulivi e bergamotti. Sul trattore posso stare anche fino a 12 ore al giorno. Se avete la possibilità fatelo e rispettate la natura».