La procura di Napoli nel futuro di Nicola Gratteri? È presto ancora per dirlo, ma è certo che l’attuale procuratore capo di Catanzaro, nei giorni scorsi ha presentato domanda per ricoprire il ruolo lasciato vacante da Giovanni Melillo, passato alla Direzione Nazionale Antimafia, avendo battuto proprio Gratteri nel plenum svoltosi lo scorso mese di maggio.

Napoli infatti è l’ufficio inquirente più grande d’Italia e per Gratteri sarebbe una novità stimolante affrontare temi di carattere camorristico, dopo aver dedicato anima e corpo per anni alla ‘ndrangheta. Prima quella operante nel Reggino, oggi quella che domina le province di Vibo Valentia, Crotone, Catanzaro e Cosenza, territorio da cui nasce l’ultima imponente inchiesta antimafia coordinata dal suo ufficio.

In terra partenopea, però, la corsa all’incarico di capo della procura sarà ancora più agguerrita. Ci sono tanti magistrati infatti rimasti fuori da altre procure che tenteranno la scalata, soprattutto quelli bocciati dal Csm per Roma, Genova e Milano. Gratteri, tuttavia, dalla sua può vantare una lunga esperienza investigativa contro il narcotraffico, vero business dei clan operanti nella parte antica di Napoli, fino a finire alle piazze di spaccio di Secondigliano e Scampia. Senza dimenticare che Napoli mantiene un’ampia competenza territoriale anche nel Casertano, dove i Casalesi hanno distrutto il tessuto economico-sociale, inquinando i terreni, come emerso dall’inchiesta denominata “La Terra dei Fuochi”. Al Plenum, come sempre, spetta l’ultima parola, in attesa di capire l’orientamento della quinta commissione che deciderà sicuramente dopo il 25 settembre, data in cui si svolgeranno le elezioni Politiche, mentre quelle dedicate al rinnovo di “Palazzo dei Marescialli”, si terranno il 18 e 19 settembre prossimi.