È una mafia 3.0, quella che lo Stato si trova oggi a contrastare. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri a Reggio Calabria in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Il Grifone”. Una criminalità evoluta e altamente tecnologica che chiede uno sforzo in termini di formazione e investimenti imponenti.

Nel libro si parla di una 'Ndrangheta, di una criminalità organizzata che ormai ha raggiunto livelli preoccupanti. Questo confronto a più voci tra procuratori di tre Procure importanti rappresenta uno scambio di idee proficuo. Presenti oltre a Gratteri, infatti, il procuratore di Reggio Bombardieri e quello di Catania Ardita. «Negli ultimi due anni - ha detto Gratteri - c'è stata una forte accelerazione da parte delle mafie nell'uso dell'informatica, utilizzando piattaforme ad hoc e servizi offerti da hacker. Questi hacker vengono assoldati per effettuare transazioni finanziarie sofisticate e per utilizzare il dark web, dove riescono a comprare cocaina senza doversi recare nella foresta amazzonica, riducendo rischi, tempi e costi».

È quindi urgente lanciare un allarme al legislatore affinché si adegui la legislazione. «Ho sempre sostenuto che, se non ci adeguiamo, ci troveremo a confrontarci con mafie evolute, in grado di utilizzare strumenti come il dark web. È una questione di visione politica: è necessario investire in tecnologia e assumere ingegneri informatici».

Bisogna credere in una giustizia e in una riforma che guardi al passato, prima della riforma Cartabia. Così da Reggio Calabria arriva l’ennesimo assist a una politica che deve investire e non solo parlare di legalità. «Tuttavia, non mi ritengo inascoltato. Sto collaborando con le forze dell'ordine, che sono in perfetta sintonia con me. Stiamo cercando di trovare, all'interno delle loro scuole di formazione, appassionati di informatica. Fare il poliziotto esperto informatico non è la stessa cosa che fare polizia stradale o di frontiera: servono attitudini specifiche. Se non hai la passione per il computer, non puoi svolgere questo ruolo.

Il problema è anche finanziario, perché parliamo di software che possono costare milioni di euro. Bisogna capire cosa si vuole fare e fino a che punto si vuole arrivare. Vedo che mentre altre organizzazioni criminali si sono indebolite, la 'Ndrangheta si è potenziata. Le mafie esistono perché interagiscono con la società. Non possiamo dire che sono più forti o più deboli, possiamo dire che sono cambiate».

Un percorso che deve necessariamente partire dalle radici, dai bambini. «È fondamentale lavorare - aggiunge Gratteri - affinché le nuove generazioni non si rigenerino nelle mafie. Questo richiede un lavoro di lungo respiro, che inizi dall'asilo e continui nelle scuole elementari, medie e superiori. Dobbiamo educare i giovani ai valori e alle idee, affinché entrino nel mondo del lavoro con la schiena dritta e con la convinzione di fare la cosa giusta».

Ma perché non conviene delinquere? «Perché anche dal punto di vista economico, usando la misura della gran parte dei giovani, non è conveniente. Abbiamo visto che la 'Ndrangheta riesce a far entrare anche cinquecento miliardi di euro. Tra poco si formerà il nuovo parlamento europeo. Qual è la prima misura che dovrebbe prendere? Dovrebbe iniziare a valutare il sistema giudiziario italiano di tre anni fa e a implementare le riforme necessarie».