«La ‘ndrangheta, al nord, esiste da decenni, già dagli anni ’60 in Liguria. È presente in modo sistematico in tutte le regioni del Nord, soprattutto in Lombardia, che è la regione a più alta densità ‘ndranghetistica dopo la Calabria». Così il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ieri sera a Crotone a margine della presentazione dell’ultimo libro, “Complici e colpevoli. Come il nord ha aperto le porte alla ‘ndrangheta”, scritto insieme ad Antonio Nicaso e frutto di uno studio analitico di dati e documenti.

Le mafie al Nord 

Eppure, sradicare il pregiudizio che la ‘ndrangheta sia un fenomeno esclusivamente calabrese è difficile «perché loro ne fanno una politica di difesa del territorio. Dire che al Nord ci sono le mafie, significherebbe spiegare perché per decenni l’hanno negato e poi vorrebbe dire anche scoraggiare gli investitori» aggiunge il magistrato, prima di entrare nell’Auditorium dell’istituto comprensivo Alcmeone, che ha ospitato l’evento organizzato dalla Consulta provinciale degli studenti di Crotone. 

Nelle regioni settentrionali, osserva Nicaso, «continuano a parlare di mala e non di ‘ndrangheta, forse per una questione di marketing territoriale, forse per ribadire una diversità che secondo me non ha ragione d’esistere, perché le mafie sono state legittimate anche al nord. È facile utilizzare questo accorgimento semantico e dire “da noi ci sono i malavitosi ma non ci sono i mafiosi”. Invece, al Nord i mafiosi sono stati legittimati da tanta classe dirigente, da tanti imprenditori che hanno cercato di massimizzare i profitti e minimizzare i costi, da tanti politici che hanno accettato il sostegno elettorale delle mafie, come dimostrano i tanti consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose».

I complici della ‘ndrangheta

Gratteri, intrattenendosi con i giornalisti, ha ricordato che la criminalità organizzata cresce e si espande grazie a numerose complicità, in ogni settore: «I complici sono gli interlocutori necessari delle mafie, rappresentano quella che chiamiamo “zona grigia”, i pubblici amministratori, il mondo delle professioni che mettono a disposizione il loro know how per realizzare progetti criminosi, come il riciclaggio sofisticato fatto nel nord Italia o all’estero».

Tra i complici della ndrangheta, sempre più spesso anche insospettabili imprenditori, che «intendono arricchirsi di più accettando, ad esempio, decine di operai in nero, smaltendo rifiuti in modo illegale con un ribasso del 40%, facendo opere in sub-appalto. Non è uno stato di necessità, stiamo parlando di ingordigia». Gratteri spiega poi che gli appartenenti alla ‘ndrangheta «sono in continua evoluzione, mutano col mutare sociale. Mangiano, vivono e vestono come noi, con la differenza che si tratta di spregiudicati, assetati di potere che vogliono arricchirsi in modo parassitario».

Il dialogo con gli studenti

Tutti concetti che Nicaso e Gratteri hanno ribadito poi dal palco, intervistati dalla professoressa Giovanna Ripolo e dal nostro direttore, Pino Aprile. Non sono mancate stoccate alla riforma Cartabia - «aberrante, una ghigliottina per i processi» - o riflessioni sul silenzio della stampa nazionale su un processo storico come Rinascita Scott.

I due autori hanno dialogato, infine, con gli studenti, rispondendo alle loro domande e alle loro curiosità. «Vedo maggiori riscontri sui giovani, li vedo più sensibili. Noi adulti, ormai, abbiamo fatto le scelte di campo, penso sia più produttivo parlare a giovani che sono nella fase evolutiva, della formazione. Io cerco di spiegare, facendo degli esempi, che delinquere non conviene» ha dichiarato Gratteri.

Il procuratore ha, infine, annunciato che il mese prossimo saranno inaugurati i nuovi uffici della Procura di Catanzaro, che saranno ospitati nell’ex ospedale militare della città, che ancora prima era un convento (risalente al 1400): «Risparmieremo 1,7 milioni di euro di affitto e apriremo la sede alla città nei weekend, per ospitare concerti e convegni».