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C’è grande attesa al Tribunale di Reggio Calabria per l’udienza che sarà celebrata nella mattinata di oggi. La prima del maxi processo “Gotha”, che vede alla sbarra 70 persone. Un’inchiesta che rappresenta il naturale seguito di "Olimpia" e che porta la firma del procuratore capo Federico Cafiero de Raho, del procuratore aggiunto Gaetano Paci, dei sostituti Giuseppe Lombardo, Stefano Musolino, Roberto Di Palma, Walter Ignazitto, Giulia Pantano. Nell'elenco compaiono i nomi forti delle indagini del 2016, come l'avvocato Paolo Romeo, l'avvocato Giorgio De Stefano, il senatore Antonio Caridi, l'ex sottosegretario alla Regione, Alberto Sarra, il dirigente regionale Francesco Chirico.
Il fascicolo scaturisce dall’unione dei procedimenti "Mammasantissima", "Alchemia", "Reghion", "Fata morgana" e "Sistema Reggio".
Secondo la Dda reggina, con in testa il procuratore capo Federico Cafiero de Raho e i sostituti Giuseppe Lombardo e Stefano Musolino, De Stefano, Romeo, Chirico, Sarra e Caridi sarebbero parte di quell’associazione mafiosa, nella sua componente riservata, chiamata a svolgere funzioni di direzione strategica, in simbiotico interscambio con organismi organizzativi ed operativi.
Una struttura il cui riferimento primario risale addirittura all’organizzazione che la ‘ndrangheta si diede a partire dal 1969/70 prima, ed a conclusione della seconda guerra di mafia poi, con una linea dettata da Giorgio e Paolo De Stefano (entrambi deceduti) riconosciuti come fondatori e ideatori, sin dagli anni ’70, della prima vera “struttura riservata” della ‘ndrangheta conosciuta come “Mamma santissima” (La Santa). Tale nuova concezione ha permesso di superare agevolmente quegli steccati rappresentati dalle tradizionali regole delle cosche, per dotarsi così di poteri deliberativi in grado di garantire l’impermeabilità informativa, l’agilità operativa, il proficuo proseguimento degli scopi programmati e la continua interrelazione con gli ulteriori soggetti inseriti nel medesimo contesto criminale, a questo collegati o contigui. Una struttura criminale che ha esteso il programma criminoso in ambiti strategici d’interesse con riferimento ai canali politici, istituzionali, professionali, informativi, finanziari, imprenditoriali, bancari ed economici, curando – contemporaneamente il coordinamento con le altre mafie italiane e con strutture a carattere eversivo.
Fra gli indagati, compare anche il presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, per un episodio di corruzione. Nell'elenco anche il giudice in pensione, Giuseppe Tuccio e poi professionisti di vario genere, funzionari giudiziari, dipendenti del Tribunale, ma anche politici, avvocati, giornalisti. Indagato anche don Pino Strangio, parroco del Santuario di Polsi, il quale avrebbe svolto un ruolo di mediatore fra alcune cosche di 'ndrangheta ed esponenti istituzionali.
Sul processo incombono i termini di fase che scadranno a metà del mese, per tutti gli imputati arrestati nell’inchiesta “Sistema Reggio”. Ecco perché l’udienza odierna sarà particolarmente importante. Un eventuale difetto di notifica, che farebbe slittare i lavori, potrebbe portare paradossalmente a scarcerazioni di rilievo. Un rischio che la Dda e l’ufficio gip stanno scongiurando con un lavoro certosino che garantisca la possibilità di celebrare regolarmente l’udienza di oggi e così delineare le fasi preliminari del processo, con la scelta dei riti e l’eventuale rinvio a giudizio o proscioglimento, per coloro che dovessero optare per il rito ordinario.
Consolato Minniti