In un processo in corso in questi giorni a Roma si sono avvicendati 16 giudici diversi in 15 udienze. Motivo per il quale le camere penali italiane hanno indetto per oggi lo stato d’agitazione. Sulla scia della protesta sollevata dagli avvocati capitolini, anche a Locri i penalisti hanno proclamato una giornata di astensione dalle udienze. Al centro l’attuale situazione interpretativa delle norme sui trasferimenti dei magistrati che consentono agli stessi di cambiare sede senza portare a termine le cause in corso ed al contempo permettono al nuovo giudice di non rinnovare l’istruttoria dibattimentale.

«Purtroppo abbiamo preso atto che tutto ciò si verifica anche nel foro di Locri – sostiene il presidente della Camera Penale locrese, l’avvocato Rosario Scarfò – ci rendiamo conto che non si tratta di un capriccio dell’autorità giudiziaria quello di modificare il giudice. Pertanto noi chiederemo con un protocollo che andremo a depositare alla presidenza del tribunale, solitamente abbastanza sensibile ai problemi della categoria, di poter tener conto delle necessità delle difese».

L’unione delle camere penali italiane nel proclamare l’agitazione generale ha invitato le Camere Penali territoriali ad assumere iniziative di denuncia delle prassi giudiziarie violative della regola di immutabilità del giudice e si è riservata di notiziare il neo Ministro della Giustizia Carlo Nordio. «A Roma è scoppiata la bomba, ma è un problema che si percepisce in tutti gli uffici giudiziari – ha rimarcato il legale Domenico Piccolo, componente del direttivo della camera penale locrese - Io per esempio sono impegnato in un processo a Reggio Calabria dove abbiamo fatto 7 udienze e sono già cambiati 4 giudici. Siamo ben lontani dalla fine del processo e non sappiamo quanti giudici si avvicenderanno».

Per il vicepresidente della Camera Penale di Locri Caterina Origlia «È nella dialettica processuale che si forma la prova, e il giudice deve essere quello che convinto delle verità dei fatti. Per questo deve essere un giudice unico alla fine ad emettere la decisione finale».