VIDEO | Sul corso cittadino sembra un giorno qualunque: via vai di auto e saracinesche alzate per protestare contro le restrizioni previste dal Dpcm. In serata una nuova manifestazione davanti all'ospedale
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Di mattina presto, sul corso di Gioia Tauro, un paio di commercianti distribuiscono ai colleghi l’appello alla mobilitazione su un foglio scritto a caratteri cubitali. Rimanere aperti, contro l’istituzione della zona rossa calabrese, diventa il grido unanime – dopo la manifestazione di piazza della sera prima – e in effetti sulla principale strada del commercio cittadino sono veramente poche le attività che rimangono chiuse. «È una decisione ignobile quella del governo – attacca un negoziante davanti alla porta aperta del suo emporio di abbigliamento – non hanno fatto nulla per migliorare la sanità e oggi mettono sul lastrico le nostre attività».
In realtà nella città del porto sembra un giorno come un altro. Non si rinuncia a stare in piazza e per le strade c’è il solito struscio in auto. In pieno centro i carabinieri fanno un posto di blocco, ma per un automobilista che controllano ce ne sono tanti altri che passano e non possono fermare. «Io ho aperto perché sono autorizzata – spiega una commerciante davanti al negozio di biancheria – ma in realtà l’ho potuto fare solo dopo una interpretazione delle norme: non è stato facile, non c’è stata molta chiarezza». Anche chi può aprire sceglie di protestare. «Anche noi siamo penalizzati se la gente non può uscire», prosegue la negoziante.
Nel mirino soprattutto il governo, quindi, sebbene la città abbia un alto indice di contagio – tanto è vero che il sindaco aveva chiuso le scuole ben prima della dichiarazione della zona rossa regionale – i cittadini indicano le «colpe di Roma» per il disastro del sistema sanitario. A metà mattina arriva la polizia. Chiede i documenti ai commercianti disobbedienti. Almeno sul posto non commina sanzioni, ma dopo un po' spunta uno striscione e i commercianti decidono di scendere in strada. Sfilano verso i punti nevralgici del traffico veicolare cittadino e recano uno striscione che inneggia alla protesta ad oltranza, annunciando per il tardo pomeriggio una nuova manifestazione, con concentramento - questa volta – davanti all’ospedale cittadino dove l’Asp, tra le proteste del Comune, vuole aprire un reparto Covid.
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