Nelle motivazioni della sentenza che ha assolto l'ex presidente di sezione della Corte d'Appello dall’accusa di corruzione in atti giudiziari in concorso con la giovane avvocata vengono tratteggiati i contorni del loro rapporto
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«Non è dato comprendere quale atto del proprio ufficio l'imputato avrebbe offerto in corrispettivo al mercimonio sessuale e in più quale effettiva e reale incidenza i pareri e i consigli dati dal magistrato all'avvocato Maria Tassone avrebbero potuto avere sull'esito dei processi e procedimenti». È netto nelle motivazioni della sentenza, ora rese note, il gup del Tribunale di Salerno, Vincenzo Pellegrino, sulla posizione dell'avvocato Maria Tassone (difesa dall'avvocato Valerio Murgano), accusata in concorso con l'ex presidente di sezione della Corte d'Appello Marco Petrini di corruzione in atti giudiziari. Lo scorso 23 novembre il Tribunale di Salerno aveva infatti assolto Marco Petrini dall'accusa di corruzione in atti giudiziari in concorso con l'avvocato catanzarese recependo i giudizi emessi dal Tribunale del Riesame e dalla Corte di Cassazione che avevano già escluso la gravità indiziaria. Maria Tassone sarà giudicata con rito ordinario.
Insussistenza
«Già per questa notazione di ordine generale con riferimento specifico a tali condotte è di evidenza l'insussistenza del delitto contestato. In secondo luogo, la stessa imputazione non riesce neppure a individuare a quale processo pendente davanti alla Corte d'Appello di Catanzaro sia stata riferita la condotta. Va detto che mai Marco Petrini in relazione a tutti e tre i procedimenti penali cui si riferiscono le contestazioni in realtà prometteva di intervenire sulla decisione o presso i colleghi per veicolare una soluzione favorevole agli assistiti dell'avvocato Maria Tassone. Lo provano le stesse intercettazioni in ambientale su cui è fondata la contestazione; esse sono assolutamente concludenti in questo senso e pertanto dimostrano in sè l'insussistenza della fattispecie corrutiva».
Aiuto non richiesto
Ad esempio, ricostruisce il giudice «il procedimento penale a carico di Giuseppe Gualtieri indagato per un duplice omicidio avvenuto a Davoli. Nell'incontro avvenuto tra i due imputati l'1 marzo 2019, infatti, l'avvocato Maria Tassone si limitava semplicemente a comunicare a Marco Petrini del ritorno mediatico dell'attività professionale. Petrini evidentemente intento in altro sbadatamente si offriva (non richiesto) di aiutarla dimostrando subito dopo di non aver neppure capito a quale vicenda giudiziaria la donna si stesse riferendo».
Relazione sentimentale
Inesistente il fondamento anche in relazione ad altre contestazioni, ad esempio: «Nell'incontro del 4 giugno 2019 Marco Petrini semplicemente verificava con l'avvocato Tassone i passaggi di un ricorso per riesame che il legale doveva presentare semplicemente dandole generici e manualistici consigli di carattere giuridico». Manca per il giudice: «La prova dell'integrazione della fattispecie corruttiva. In primo luogo l'intercettazione della conversazione tra Marco Petrini e l'avvocato Maria Tassone avvenuta all'interno dei locali della commissione tributaria di Catanzaro l'1 marzo 2019 evidenziava che il rapporto sentimentale e di intimità tra i due era iniziato da tempo, almeno da due anni ma rivelava che nel recente passato la relazione era stata interrotta e che i due non si erano frequentati nè visti per almeno tre mesi a causa di problematiche prettamente personali individuabili nella convinzione di Petrini, evidentemente indotta da quanto riferitogli da terzo, che Tassone avesse reso pubblica la loro relazione e, di contro, della donna di trovarsi esposta a causa di essa alla rivalità e alla gelosia professionale di importanti avvocati del foro».
Fascino intellettuale
Da qui l'inconsistenza palese della prova del fatto in contestazione: «Il contenuto delle intercettazioni è in tutto coerente con quanto allegato da Tassone durante l'interrogatorio quando affermava che la relazione sentimentale era nata nel 2018 coinvolgendola seriamente ma che aveva avuto una battuta d'arresto nel dicembre del 2018 per un litigio determinato dall'accusa rivoltale da Petrini di aver divulgato la loro relazione. La relazione sentimentale quindi riprendeva solo in prossimità dell'1 marzo 2019 e poi continuava nei mesi successivi fino al momento dell'esecuzione dell'ordinanza cautelare. Durante la relazione, continuava Tassone, aveva subito il fascino intellettuale del magistrato cui aveva chiesto consiglio o meglio un confronto sui temi giuridici ma sempre in relazione a procedimenti che non gli erano assegnati e che neppure pendevano dinnanzi all Corte d'Appello di Catanzaro e rispetto ai quali Petrini mai aveva promesso alcuna forma di intervento nè diretto nè indiretto».