Ha rinunciato anche l'avvocato Francesco Saraco mentre si è svolto regolarmente quello dell'ex consigliere regionale Giuseppe Tursi Prato
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Rinuncia al ricorso al Tribunale della Libertà, Marco Petrini, presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro accusato di corruzione, aggravata in alcuni casi dalle modalità mafiose, in atti giudiziari e rimasto coinvolto nell'inchiesta Genesi istruita dalla Procura salernitana.
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La rinuncia al ricorso
L'udienza dinnanzi al Tribunale del Riesame era in calendario questa mattina ma il magistrato accusato di aver ricevuto denaro e regali per intervenire sull'esito dei procedimenti giudiziari ha deciso di rinunciarvi. La decisione è maturata dopo la scelta di Petrini di collaborare con la Procura di Salerno. Due gli interrogatori che si sono susseguiti in carcere, dove il magistrato è recluso. Il primo si è svolto il 31 gennaio e il secondo il 5 febbraio.
Sulla scorta delle dichiarazioni rese dal magistrato il collegio difensivo - composto dagli avvocati Agostino De Caro del foro di Salerno e Francesco Calderaro del foro di Castrovillari – ha deciso di rinunciare al ricorso al Tribunale del Riesame pur riservandosi di avanzare in futuro un’istanza per chiedere una misura meno afflittiva del carcere. La direzione distrettuale antimafia di Salerno ha secretato i due verbali d’interrogatorio, nei quali il magistrato ammette in parte alcune responsabilità.
Stessa scelta adottata da Francesco Saraco, avvocato del foro di Catanzaro anche lui accusato di corruzione in atti giudiziari, difeso da Giuseppe Della Monica, del foro di Salerno. In particolare, avrebbe consegnato somme di denaro al magistrato con l'obiettivo di alleggerire le pene comminate già in primo grado ad alcuni suoi familiari, ritenuti appartenenti alla cosca Gallelli Gallace di Guardavalle, nell'ambito dell'inchiesta Itaca Free Boat.
L'udienza di Giuseppe Tursi Prato
Si è svolta, invece, regolarmente l'udienza di Giuseppe Tursi Prato, assistito dagli avvocati Franz Caruso e Cataldo Intrieri del foro di Cosenza. Il legale ha contestato l'accusa di corruzione in atti giudiziari dal momento che il giudice Marco Petrini non avrebbe avuto alcuna competenza specifica nel procedimento avanzato da Tursi Prato e riguardante la declaratoria di ineseguibilità della sentenza pronunciata dalla Corte d'Appello del 2014 di condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. L'obiettivo era di riottenere il vitalizio regionale. Secondo quanto riferito dal legale Marco Petrini in quel procedimento non avrebbe svolto né la funzione di relatore né di componente del collegio.
Nella stessa giornata di oggi si sono tenute anche le udienze di Giuseppe Caligiuri, Luigi Falzetta ed Emilio Santoro, coinvolti nello stesso procedimento.