L'invio del parere del ministero della Salute e le rassicurazioni giunte dalla Cittadella hanno rimescolato le carte. Partita chiusa invece per l'Università Magna Grecia che ha già depositato l'atto evidenziando come il Programma operativo ritardi il processo di integrazione (ASCOLTA L'AUDIO)
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A scontro istituzionale ormai consumato il Comune di Catanzaro compie un passo di lato. All’ultimo miglio il sindaco, Nicola Fiorita, mostra un’apertura di credito nei confronti della Regione e decide di riporre l’arma del ricorso al Tar. La settimana ad alta tensione declina così verso una fase distensiva scansando la battaglia legale che avrebbe, al contrario, suggellato una rottura nei rapporti istituzionali.
La battaglia legale
La giunta di Palazzo de Nobili dopo aver conferito la scorsa settimana mandato al proprio ufficio legale di proporre ricorso al Tar contro due dca del commissario ad acta imprime oggi un cambio di marcia. In particolare, l’intenzione iniziale era quella di ottenere l’annullamento di due dca: il primo, il 162/2022, di approvazione del programma operativo, documento nel quale si prevedeva l’adozione di un dpcm per sanare la posizione giuridica del policlinico universitario, secondo alcune interpretazioni, viziata nell’atto di nascita da un provvedimento nullo. Una circostanza che stava frenando l’integrazione tra le due aziende ospedaliere catanzaresi. La seconda impugnativa avrebbe riguardato, invece, il dca 197/2022, di convalida del protocollo d’intesa tra Unical e Regione per la costituzione dei reparti a guida universitaria all’ospedale Annunziata di Cosenza.
Cambio di scenario
Evidentemente, però, il mutamento di scenario determinato dal tempestivo invio del parere reso dall’ufficio legislativo del ministero della Salute e le rassicurazioni giunte, nel frattempo, dalla Cittadella hanno rimischiato le carte in tavola e indotto il primo cittadino verso un ulteriore spazio di riflessione. Decisive restano in ogni caso le prossime 24 ore, dal momento che domani scadranno i termini per il deposito del ricorso. Anche se il dado sembra ormai tratto.
Partita chiusa all'Umg
Partita chiusa, invece, per l’Università Magna Grecia che ha già impugnato il dca 162/2022 per ottenerne l’annullamento. Nell’atto si evidenzia come «lo sviluppo e la conclusione della procedura di fusione sono stati ora interrotti (e ritardati per notevole tempo) dal Programma Operativo approvato dalla Regione Calabria, con il quale è stata prescritta una particolare procedura (intervento di due decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri), in alcun modo previsti dalla disciplina vigente, sia di carattere generale sia di rilievo specifico per la fusione, che sarebbe necessaria per addivenire alla prevista fusione, procedura speciale che determinerebbe un ritardo di uno-due anni da oggi per realizzare il risultato della fusione».
Eccesso di potere
I legali dell’Umg rilevano nel decreto commissariale un eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione. «In realtà appaiono assolutamente infondati tutti gli argomenti che il Piano Operativo – si legge nel ricorso - pone a base della propria determinazione, con la quale, allo stato attuale, nel quale pure risultano posti in essere tutti i presupposti per l’attuazione della fusione (in particolare risulta che il protocollo d’intesa, previsto dall’art. 2 della legge regionale n. 33/2021 per l’attuazione della fusione, è stato ormai definito in tutti i suoi elementi, onde può senz’altro essere sottoscritto dalle parti interessate), sono stati praticamente “bloccati” lo svolgimento del relativo iter formativo e la prevista attuazione della fusione».
Danni per la sanità
«I rilievi svolti alla fine del motivo di censura dimostrano in modo evidente - concludono gli avvocati - la sussistenza dei danni derivanti dalla applicazione del provvedimento impugnato, danni che si sostanziano nel notevole ritardo che si determinerà, inevitabilmente, nell’attuazione della fusione tra le due Aziende Ospedaliere, fusione che è stata disposta dalla legge regionale 16 dicembre 2021, n. 33, proprio al fine di realizzare l’obiettivo sostanziale (e necessario) della “razionalizzazione e miglioramento dell’offerta assistenziale nel territorio regionale”. Il danno, quindi, non colpisce soltanto l’Università ricorrente, ma colpisce direttamente il proposto miglioramento dell’offerta assistenziale nel territorio regionale che la legge regionale ha perseguito, che, sulla base di quanto già posto in essere, può essere immediatamente realizzato e che, senza alcun valido argomento, viene ora impedito e notevolmente ritardato dal provvedimento impugnato».