NOMI | L’attività d’indagine condotta dalla Guardia di Finanza, sotto direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica, scaturisce dalle risultanze dell’operazione Matassa, l'inchiesta che aveva portato all’arresto di 14 persone
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I militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Cosenza, nell’ambito di indagini dirette dal procuratore della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni, e dal sostituto Maria Francesca Cerchiara, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare del divieto temporaneo di esercizio della professione di commercialisti e sequestri preventivi per equivalente per oltre 3.450.000,00 euro nei confronti di 5 commercialisti, emessa dal gip Tribunale di Paola Maria Grazia Elia. I reati contestati ai diversi indagati, vanno dal concorso nel reato di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici a quello di indebita compensazione.
Gli indagati
Antonio Perricone, 45 aani
Raffaele Rizzo, 58 anni
Lorenzo Guagliano, 46 anni
Criaco Monetta, 54 anni
Maria Giuseppina Cardaciotto, 64 anni
Le indagini
L’attività d’indagine, muovendo dalle risultanze dell’operazione Matassa, che aveva portato all’arresto di 14 persone, ha interessato le condotte di 5 commercialisti, i quali, mediante l’apposizione del visto di conformità su fraudolente dichiarazioni Iva, hanno consentito agli appartenenti all’associazione a delinquere la compensazione di fittizi crediti Iva per il pagamento di contributi, imposte, ritenute e cartelle esattoriali.
Le indagini, espletate anche mediante attività tecniche, hanno permesso di appurare il necessario e partecipe concorso dei professionisti al disegno criminoso. L’apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni Iva da parte dei commercialisti è risultata infatti essere indispensabile e necessaria per consentire all’associazione criminale di eludere i divieti e i vincoli posti dal legislatore a contrasto delle compensazioni di crediti iva inesistenti. Grazie a tale visto di conformità, i sodali hanno potuto fraudolentemente compensare, con crediti Iva inesistenti, contributi pensionistici i quali venivano valutati come assolti dall’Erario e dall’Inps e ritenuti, pertanto, utili sia alla formazione contributiva pensionistica futura che al conseguimento dell’indennità di disoccupazione. Le indagini hanno consentito di disarticolare tale sistema fraudolento che vedeva la partecipazione continuativa di professionisti abilitati, impedendo a questi ultimi la reiterazione dei reati ascritti.
L'intimidazione ai militari
Inoltre, è stato emesso un avviso di conclusione indagini preliminari per il reato di calunnia, nei confronti di 3 indagati che attraverso la presentazione di infondate querele e di atti di citazione puntavano a intimidire i militari operanti e ad ostacolare le indagini.
Scacco matto all'illegalità
L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza, sotto la costante direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica, testimonia l’attenzione investigativa a contrasto dei fenomeni illeciti a sfondo economico finanziario e dei reati tributari che sottraggono risorse pubbliche ed alterano lo sviluppo del libero mercato e della concorrenza leale. Inoltre, con l’odierno provvedimento cautelare reale vengono colpite le risorse economiche provento di illeciti in modo tale da rendere economicamente non conveniente lo svolgimento dell’attività criminosa.