L’esponente di Alleanza Verdi Sinistra ha preso la parola dopo l’informativa del ministro Piantedosi, tornando a sottolineare che la tragedia era evitabile e stigmatizzando le condizioni in cui sono stati ospitati i sopravvissuti prima della denuncia del deputato Franco Mari (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Quella di Cutro non era un naufragio inevitabile, è stata una strage che poteva essere evitata, e ce lo confermano le sue parole e la sua ricostruzione, un freddo elenco di date e orari, poi una rivendicazione delle vostre scelte e del vostro ruolo». Lo afferma Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra prendendo la parola nell’Aula di Montecitorio, dopo l’informativa del ministro Piantedosi.
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«Ma è anche il naufragio dell'ipocrisia – attacca Fratoianni - ci ha detto oggi che i sopravvissuti verranno trasportati in albergo a Crotone? Bene, c'è voluta però la denuncia mossa dalla scelta di un nostro deputato, Franco Mari, che è andato lì dove voi non siete andati, a vedere le condizioni vergognose in cui fino a ieri, fino a questa mattina, erano confinati i sopravvissuti della strage. Alla fine vi siete mossi, ci avete messo 9 giorni, un po’ troppo tempo».
«Lei ha detto che due assetti navali - prosegue l’esponente rossoverde - sono stati costretti a rientrare in porto a causa delle condizioni avverse del meteo: come avrebbe fatto allora un caicco a non andare 'in distress' a non correre un pericolo potenzialmente mortale, anche se fosse stato carico di turisti benestanti? Come avrebbe fatto in quelle condizioni a proseguire la propria rotta. Non può eludere questa risposta: perché dal suo ministero e dal Mit di fronte al drastico peggioramento delle condizioni marine non sia stata attivata la catena dei soccorsi».
«Quella di Cutro è una strage che poteva essere evitata. Il naufragio è quello della politica dei porti chiusi, degli accordi con la Libia, dei decreti che dichiarano guerra a chi si organizza per salvare vite. Poi il naufragio delle parole, di una propaganda costruita. Eccoli lì i nemici in fila chiusi dentro bare, sono questi gli invasori da cui hanno cercato di difenderci».
«C'è anche il naufragio della decenza abbiamo chiesto in tanti con Pd e M5s, Terzo polo, le sue dimissioni dopo le parole indecenti che ha pronunciato, perché è indecente prendersela con le vittime, accusarle di essere causa del loro male, prendersela con quei genitori che disperati cercavano un futuro diverso e migliore per i propri figli. Una postura, la sua e la vostra, indecente».
«Infine un appello alle forze progressiste: lo dico a tutti noi, colleghi e colleghe dell'opposizione, oggi ho sentito in questa Aula parole che ho condiviso ma dico a tutti e tutte noi che quando toccherà ad altri governare, le scelte e le parole - conclude Fratoianni - devono trovare una qualche conseguenza».
«La legge Bossi-Fini è in vigore da 22 anni. Gli accordi con la Libia non se li è inventati questo governo. E allora, per il futuro ci sia memoria per tutti e tutte per provare a battersi non solo contro queste politiche ma a cambiare le ragioni che costruiscono le condizioni in cui queste stragi si riproducono».