La manutenzione della rete stradale cittadina, della rete idrica, dell’illuminazione, delle scuole e dei parchi dovevano essere assicurati dai milionari stanziamenti di fondi pubblici confluiti nella Multiservizi spa. Denaro che, piuttosto che essere destinato al soddisfacimento di primari interessi e bisogni della collettività, grazie al patto scellerato con politici e imprenditori collusi e disonesti, è finito invece nelle tasche delle cosche. 

C'è anche l'ex governatore e già sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti tra gli indagati (sono complessivamente 18) a piede libero dell'operazione denominata “Mala Gestio” scattata questa mattina in Calabria, Campania, Toscana e Lombardia che ha portato all'esecuzione di una misura cautelare nei confronti di otto persone responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, del reato di bancarotta fraudolenta. 

Si tratta di Pietro Cozzupoli, Lauro Mamone, Giovanni Rocco Giuseppe Rechichi detto "Pino", Antonino Rechichi, Giovanni Rechichi, Rosario Giovanni Rechichi, Maria Michelangelo Tibaldi, Michele Tibaldi tutti finiti ai domiciliari.

Il modus operandi

Un vero e proprio piano strategico diretto al controllo della cosa pubblica e all'accaparramento di ingenti profitti…per far sì che la Multiservizi S.p.a. divenisse uno strumento funzionale al soddisfacimento degli interessi economici della 'ndrangheta e di alcune famiglie di imprenditori ad essa legate…. Un fiume di denaro che, attraverso un meccanismo fraudolento, ha favorito società facenti capo a famiglie risultate avere stabili collegamenti con la criminalità organizzata reggina a discapito della collettività. Avrebbero distratto infatti il patrimonio delle società “Multiservizi S.p.a.” e “Gestione Servizi Territoriale S.r.l.” (G.S.T. S.r.l.) cagionandone dolosamente il fallimento.

 

In particolare, nel 2004 il comune di Reggio Calabria, previo esperimento di apposita procedura ad evidenza pubblica per l’individuazione del Socio privato, procedeva alla costituzione della “Multiservizi Reggio Calabria S.p.A.”, società mista con capitale pubblico maggioritario - il cui socio privato, detentore del 49% del capitale sociale, era la  società di scopo G.S.T. S.r.l. - al fine di assicurare le pubbliche attività di manutenzione dei servizi a rete stradale; del servizio idrico integrato; Opere edili: patrimonio edilizio, edifici istituzionali, aree mercatali, lido comunale; impianti sportivi: palasport, palestre, campi, gradinate, aree gioco; parchi, giardini, viali, parchi giochi ed aree a verde pubblico; uffici giudiziari; manutenzione e controllo segnaletica stradale, Pubblica illuminazione; manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni demaniali e patrimoniali comunali nonché alcune attività ad esse connesse, quali la pulizia dei locali e la sorveglianza.

Lo stesso giorno, con la sottoscrizione di un incomprensibile patto parasociale - contrariamente a quanto previsto dall’appena stipulato atto costitutivo e pur essendo il Comune detentore del 51 % del capitale sociale della Multiservizi - il sindaco Scopelliti - scrivono gli inquirenti - di fatto abdicava dal controllo della partecipata, assegnando in via esclusiva tutti i poteri di gestione al socio privato di minoranza G.S.T. S.r.l.

 

Contestualmente è stato eseguito un decreto di sequestro nei confronti di Pietro Cozzupoli, Michelangelo Tibaldi, Brick srl e della Ingg. Demetrio, Pietro e Domenico Cozzupoli srl -per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro.