Solo un piccolo sconto di pena, ma le condanne sono state tutte confermate. Questo è l’esito del processo di secondo grado nel quale coinvolti 10 imputati accusati di avere favorito la latitanza dei due boss Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro. Gli imputati giudicati ieri dalla Corte d’appello di Reggio Calabria sono quelli che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Il processo in ordinario, invece, è pendente davanti al collegio del tribunale di Palmi e nel quale sono imputate altre quattro persone.

 

I giudici di piazza Castello hanno condannato Francesco Antonio Crea sono stati inferti 4 anni di reclusione, Girolamo Facchineri e Annunziato Garzo 4 anni, Mario Luciano Crea, Domenico Facchineri, Luigi Facchineri, Pietro Garzo, Elio Arcangelo Morfea, Vincenzo Rosace 3 anni e sei mesi di reclusione e Pasquale Vitalone 3 anni e quattro mesi.

Dopo la cattura dei due criminali, il 29 gennaio 2016, gli uomini della Questura di Reggio Calabria hanno stretto il cerchio anche sui presunti fiancheggiatori che avevano formato la cintura di protezione di Crea e Ferraro. Il blitz della Mobile  e del Servizio Centrale Operativo scattò nel luglio 2017 dando esecuzione al decreto di fermo emesso dalla Procura reggina. La rete dei favoreggiatori dei tre latitanti è stata ricostruita dagli investigatori della Polizia di Stato nel corso di complesse indagini basate sulle intercettazioni telefoniche ed ambientali, video sorveglianza e servizi di osservazione e pedinamento sul territorio della piana di Gioia Tauro. Gli avvocati coinvolti nel procedimento sono Domenico Purtino, Giuseppe Milicia, Guido Contestabile, Enza Mandaglio, Giovanni Piccolo. Gli altri imputati coinvolti nello stesso procedimento e che hanno scelto il rito ordinario sono sotto processo davanti al collegio del tribunale di Palmi.