Immersa nei boschi, nel cuore del Reventino, a Soveria Mannelli si trova una delle aziende che, insieme ad altre con le quali si è costituita come Ati, si è aggiudicata l’appalto per la produzione di banchi monoposto e sedie per coprire il fabbisogno creatosi dopo l’epidemia da Covid.

 

Un’azienda solida, sul mercato da sessanta anni la Camillo Sirianni Sas, tre generazioni a portarne le redini e tutt’ora a conduzione familiare. Qui si producono arredi scolastici da decenni, andando ad arredare le scuole di tutta Italia e non solo. Dall’Inghilterra al Quatar, la percentuale di produzione che finisce sul mercato estero è corposa, poco meno del cinquanta per cento.

 

Claudio Sirianni, responsabile amministrativo dell’azienda, è sorpreso del clamore suscitato dalla notizia. Abituato a mettere sul mercato i suoi prodotti non è nemmeno spaventato dai numeri consistenti di ordini ai quali deve fare fronte.

 

Una prima tranche ha già lasciato Soveria a fine agosto e fino ad ottobre sono tante le dead line da rispettare. 1500 circa i banchi prodotti ogni giorno all’interno di un’azienda dalle radici antiche che si occupa dell’intero processo di produzione impiegando circa 45 lavoratori.

 

Qui vengono realizzati anche gli ormai rinomati banchi e sedie con le rotelle, ma non da ora. Si tratta, ci spiega Sirianni, di prodotti un uso all’estero nell’ambito della cosiddetta didattica collaborativa. Ecco perché, pur non essendo al momento previsti nel bando, l’azienda è pronta eventualmente a inserire anche questa commessa nella produzione già attiva.

 

Complessivamente l’avviso ha richiesto la fornitura di due milioni di banchi monoposto e 400mila sedie “innovative”. La Camillo Sirianni Sas ha partecipato con altre tre imprese italiane del settor: la veneta Mobilferro (capofila), la Vastarredo in Abruzzo e la Sud Arredi di Salerno. Come Ati forniranno 500mila banchi e 130mila sedute, un quarto dell’intera commessa.