La Prima Sezione della Corte Suprema di Cassazione ha annullato per, gli effetti civili, la sentenza del processo Marlane emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro nel settembre del 2017. Pertanto, accogliendo il ricorso dell'avvocato Lucio Conte, la Corte d'Appello di Catanzaro, a cui la Cassazione ha trasmesso gli atti, dovrà rivedere ed eventualmente formulare il risarcimento danni nei confronti del Comune di Tortora, unica tra tutte le parti civili presenti nel processo a proporre ricorso. L'annosa vicenda giudiziaria si riferisce all'ex fabbrica tessile di Praia a Mare, chiusa nel 2004, ribattezzata negli anni la "fabbrica dei veleni" a causa delle centinaia di morti per tumore degli ex operai.

Disastro ambientale ma nessun colpevole

Nel primo processo (oggi si sta celebrando un processo bis al tribunale di Paola) gli imputati, per lo più ex dirigenti della fabbrica, erano accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime, disastro ambientale e rimozione ed omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Ma sia in primo grado che in secondo sono stati assolti. I giudici, pur riconoscendo il disastro ambientale, hanno ritenuto che le responsabilità non sono attribuibili alle condotte degli allora dirigenti. Sulla base di ciò, la sentenza della Corte d'Appello non aveva previsto alcun risarcimento danni per il Comune di Tortora. Ora lo scenario si riapre. Fuori dai giochi, invece, il Comune di Praia a Mare, su cui tuttora sorgono i resti della ex fabbrica. Nonostante ciò, l'ente guidato da Antonio Praticò ha deciso di non costituirsi alla vigilia del processo d'Appello, poche settimane dopo un discusso accordo di compravendita di una parte dell'area industriale.

L'avvocato: «Nuovi accertamenti in corso»

L’avvocato Lucio Conte, che da anni segue l'iter giudiziario a difesa del Comune di Tortora e che ha contribuito alla riapertura di un nuovo processo, non si rassegna e continua a chiedere giustizia. Nonostante la soddisfazione per aver ottenuto la rivalutazione degli effetti civili, torna sull'aspetto penale.  «La vicenda penale dei dirigenti della Marlane - afferma - non è affatto finita, perché ancora si registrano cicatrici serie sulle persone e sul territorio, tant’è che il procedimento è ancora in corso dinanzi alla Procura della Repubblica di Paola, con nuovi accertamenti e nuovi approfondimenti. Con tempestività richiederemo che la Corte d’Appello di Catanzaro ponga la parola fine a questa parte della vicenda».

 

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