NOMI | In quattro sono stati assolti, rideterminate quattro condanne mentre sei sono state confermate. Dichiarato non sussistente un caso di estorsione, esercitata l’improcedibilità per mancanza di querela per un caso di violenza privata e due casi di minacce
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Estorsioni e minacce ai titolari di esercizi commerciali tra Sellia Marina e Cropani da parte della consorteria di ‘ndrangheta dei Mannolo-Scerbo. La sentenza comminata in primo grado dal gup di Catanzaro Antonio Battaglia è stata in parte ribaltata in secondo grado dalla corte d’Appello di Catanzaro – Alessandro Bravin presidente, Maria Rosaria Girolamo e Assunta Maiore a latere.
Non sussiste, secondo i giudici, l’estorsione ai danni di un’agenzia di viaggi di Sellia Marina. È stata inoltre dichiarata l’improcedibilità per mancanza di querela per un caso di violenza privata e due casi di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone.
La Corte ha deciso per quattro assoluzioni, ha rideterminato quattro condanne e ne ha confermate sei. Ma vediamo nel dettaglio la sentenza.
Le assoluzioni e i non doversi procedere
Assolti Leonardo Curcio (sette anni in primo grado), Salvatore Macrì (sei anni e otto mesi in primo grado), Leonardo Trapasso (sei anni e otto mesi in primo grado) dall’accusa di estorsione aggravata al titolare di un’agenzia di viaggi di Cropani perché il fatto non sussiste.
Non doversi procedere nei confronti Egidio Zoffreo (otto mesi in primo grado), Giovanni Zoffreo (otto mesi in primo grado) – accusati di avere minacciato il titolare di un’agenzia di viaggi di Cropani pur di assicurarsi i biglietti per una crociera – perché l’azione non poteva essere iniziata per mancanza della querela.
Stessa decisione nei confronti di Martino Sirelli (11 anni e quattro mesi in primo grado) per quanto riguarda le minacce rivolte al titolare di una concessionaria di moto di Sellia Marina.
Non doversi procedere, per mancanza di querela, nei confronti di Dante Mannolo e Martino Sirelli, accusati di violenza privata aggravata nei confronti del titolare di un bar di Sellia Marina.
Le condanne rideterminate
Condannato a otto anni Giuseppe Talarico, assolto in primo grado dall’accusa di associazione mafiosa; quattro anni, cinque mesi e 10 giorni nei confronti di Leonardo Curcio (sette anni in primo grado); 13 anni e sei mesi nei confronti di Mario Scerbo (14 anni in primo grado) per il quale è stata esclusa l’aggravante mafiosa per due capi di imputazione; nove anni, sei mesi e 15 giorni per Martino Sirelli; un anno e 8 mesi per Dante Mannolo (due anni in primo grado) per il quale la detenzione in carcere viene sostituita con quella ai domiciliari.
Le condanne confermate
Confermata la sentenza di assoluzione nei confronti di Alfonso Mannolo (chiesti 4 anni in appello); confermati tre anni e otto mesi nei confronti di Leonardo Falcone; confermati sette anni di reclusione nei confronti di Mario Falcone; confermata la condanna a tre anni e sei mesi di reclusione nei confronti di Volodymyr Nemesh anche se è stata revocata la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici; confermata la condanna a tre anni e otto mesi per Antonio Scicchitano; confermata la condanna a sei anni e otto mesi per Tommaso Trapasso.
Nel collegio difensivo gli avvocati Antonio Lomonaco, Gregorio Viscomi, Luigi Falcone, Francesco Gambardella, Salvatore Iannone, Giuseppe Fonte, Francesco Severino, Giovanni Merante, Salvatore Zoleo, Pietro Mancuso.
Ad assistere le parti civili gli avvocati Michele Gigliotti e Daniela Scarfone.