VIDEO | Il clan avrebbe avuto il controllo sulle attività turistico-alberghiere del Lametino. Emersi rapporti illeciti con alcuni esponenti delle amministrazioni dei due comuni (ASCOLTA L'AUDIO)
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Sono 19 le persone destinatarie di un'ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
Sono ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio e turbativa d’asta.
Nello specifico, per 7 indagati, è stata disposta la misura cautelare della detenzione in carcere, per 10 indagati la misura cautelare degli arresti domiciliari e 2 indagati la misura interdittiva, rispettivamente, del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, e del divieto di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche.
Ad eseguire gli arresti in provincia di Catanzaro, nei comuni di Lamezia Terme, Nocera Terinese, Falerna e Conflenti, e nelle città di Aosta, Arezzo e Cosenza, i carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Lamezia Terme, in collaborazione con i comandi Arma territorialmente competenti e con lo Squadrone eliportato carabinieri Cacciatori di Vibo Valentia. Il provvedimento scaturisce da una prolungata attività investigativa, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Lamezia Terme e del Comando Provinciale di Catanzaro, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
Le indagini partite da denunce di imprenditori
Le indagini scaturite poi nell'operazione denominata Alibante sono state avviate a seguito della presentazione, da parte di imprenditori lametini, di denunce relative a estorsioni che sarebbero state poste in essere da appartenenti alla cosca Bagalà, operante sulla zona costiera compresa tra i comuni di Nocera Terinese e Falerna.
La cosca Bagalà
Gli elementi acquisiti con l’ausilio di attività tecniche ed accertamenti patrimoniali, hanno consentito di delineare gli assetti e l’operatività sul litorale tirrenico-lametino dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta capeggiata da Carmelo Bagalà, già attiva fin dagli anni ’80, evidenziando la presenza egemone sul territorio del sodalizio, manifestata attraverso la commissione di delitti, aggravati dal metodo mafioso, finalizzati alla gestione diretta o indiretta delle attività economiche del luogo, con particolare riferimento alle imprese attive nel settore turistico-alberghiero.
Rapporti illeciti con amministratori comunali
Nel corso delle indagini sono emersi, altresì, rapporti illeciti tra la cosca ed alcuni esponenti delle amministrazioni comunali di Falerna e Nocera Terinese, con capacità di influenza su processi decisionali, amministrativi ed elettivi.
I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di conferenza stampa che si terrà alle ore 11, nella sede del Comando Provinciale Carabinieri di Catanzaro.
Ecco i nomi degli indagati:
In carcere
Carmelo Bagalà, Falerna;
Alfredo Carnevale, Nocera Terinese;
Alessandro Gallo, Falerna
Mario Gallo, Falerna;
Vittorio Macchione, Nocera Terinese;
Vittorio Palermo, Cosenza;
Eros Pascuzzo, Nocera Terinese.
Domiciliari
Maria Rita Bagalà di Lamezia Terme, residente ad Aosta;
Francesco Cardamone, Nocera Terinese;
Giovanni Costanzo, Falerna;
Vincenzo Dattilo, Lamezia Terme;
Francesco Antonio De Biase, Lamezia Terme;
Luigi Ferlaino, Falerna;
Raffaele Gallo, Conflenti;
Giovanni Eugenio Macchione, Lamezia Terme;
Antonio Rosario Mastroianni, Nocera Terinese;
Antonio Pietro Stranges, Conflenti.
Interdizioni
Antonio Cario, Lamezia Terme (misura interdittiva del divieti di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata di un anno).
Antonio Gedeone, Cosenza (misura interdittiva del divieto di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche e ogni altra attività ad essi inerenti per la durata di 1 anno).