«Ho visto un ragazzo morire, il mio pensiero a chi non c'è più». La paura. L’esplosione, le fiamme, il panico. Il pensiero alla moglie, alla figlia. Il tentativo disperato di salvare vite umane.

A raccontare all’Adnkronos i drammatici momenti vissuti a bordo del veliero con a bordo decine di migranti esploso al largo di Crotone ieri mattina è il finanziere Antonio Frisella rimasto anche lui ferito insieme al collega appuntato scelto Qs Maurizio Giunta. Il fatto è avvenuto a largo di Praialonga, mentre erano in corso le operazioni di trasbordo su unità navali della Capitaneria di Porto al largo della costa crotonese.

«C'è stata un'esplosione a bordo, da cui si sono sviluppate le fiamme. Appena avvenuta l'esplosione sono stato sbalzato all'indietro e mi sono buttato a mare. Abbiamo provato a salvare le persone» - racconta Frisella.
«Parecchi migranti, quasi tutti, non sapevano nuotare. Infatti qualcuno ho provato a prenderlo anche con le ciambelle di salvataggio. Ero esausto, il mare era agitato».

«Il mio primo pensiero – dice ancora il finanziere - è stata mia moglie e mia figlia di 11 mesi».
Frisella non vuole essere definito eroe: «Siamo esseri umani, lo siamo tutti. Siamo stati fortunati, molto fortunati. Ma ho avuto molta paura. Sono cose che finché non le provi non te ne rendi conto».

Un’esplosione avvertita fino alle spiagge della costa crotonese ancora piene di turisti. Sul veliero, intercettato nella notte al largo delle coste calabresi nei pressi di Sellia Marina - secondo i dati forniti dalla Prefettura di Crotone - si trovavano inizialmente 34 persone: 13 di loro erano però riusciti a sbarcare sulla spiaggia di Sellia. L'imbarcazione, con il resto dei migranti a bordo, si è poi diretta verso Crotone scortata da un'unità navale della Guardia di Finanza. È stato nel corso della navigazione che l'imbarcazione, per cause in corso di accertamento, ha preso improvvisamente fuoco. A bordo del barcone, insieme ai migranti, c’erano due finanzieri con il compito di governare l'imbarcazione.

Sono stati proprio loro, nonostante le fiamme a bordo, a permettere alla maggior parte dei migranti di potersi salvare facendoli trasbordare sulle motovedette della Finanza e della Capitaneria di porto che erano arrivate nel frattempo in assistenza dopo l'allarme incendio. Anche i due finanzieri che conducevano la barca sono stati investiti dall'esplosione insieme ad altri migranti poi finiti in acqua. Alcuni migranti hanno anche aiutato il finanziere ferito alla gamba a restare a galla. L’arrivo sul posto dei mezzi di soccorso è stato immediato. Dal mare sono stati recuperati cinque migranti feriti che sono stati trasferiti con le motovedette della Guardia Costiera nel porto di Le Castella dove la Prefettura aveva organizzato i soccorsi facendo convergere sul posto le ambulanze del 118, della Croce Rossa e della Misericordia.
Le ricerche del disperso sono proseguite per l'intero pomeriggio, ma senza esito.

Aperta inchiesta

Il relitto dell'imbarcazione è affondato, ma sarà ispezionato dai sub della Guardia costiera in cerca di eventuali altre persone rimaste imprigionate. Su quanto è accaduto la Procura della Repubblica di Crotone ha avviato un'inchiesta contro ignoti ipotizzando i reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte in conseguenza di altro reato.

Il sostituto procuratore Pasquale Festa, cui è stato assegnato il fascicolo, dovrà decidere se disporre l'esame autoptico sui cadaveri recuperati.