Una partecipazione considerata «negativa in quanto fortemente destabilizzante e fonte di eccessivo stress psico-emotivo». Con questa incredibile motivazione e senza citare alcuna normativa in materia l’istituto superiore “Marconi” di Siderno ha negato la possibilità di sostenere l’esame di stato a Benedetta, studentessa non vedente seguita da un’insegnante di sostegno. Una decisione che ha mandato su tutte le furie la sua famiglia e in particolare mamma Anna, che ha deciso di denunciare il fatto pubblicamente.

«Aspettavamo con gioia questo momento – racconta - lo consideravamo il coronamento di un percorso svolto con tanto impegno e professionalità dalla docente di sostegno che ha seguito in tutti questi anni Benedetta. Purtroppo, la nuova insegnante di sostegno, insieme a tutto il Consiglio di classe e al dirigente scolastico le hanno negato il diritto alla partecipazione all'esame di Stato perpetrando, ancora una volta, dissimulati atti di discriminazione in virtù della sua disabilità visiva. Come mamma, avrei gioito nel ringraziare tutti come si fa solitamente in queste circostanze, ma l’unica parola che riesco a esprimere è “vergogna”».

Benedetta ha 23 anni e vive a Roccella Jonica. Dopo solo due mesi dalla nascita, una retinopatia del prematuro quarto stadio le ha provocato la cecità assoluta. «È difficile accettare l’handicap di una figlia – ammette mamma Anna - ma abbiamo imparato a conviverci e nessuno deve permetterci di trattarcela male. Ringrazio tutti per la solidarietà e ringrazio anche tutti coloro che per vari motivi non si sono voluti esporre pubblicamente. Volevo ricordare a questi ultimi che stiamo parlando di diritti negati. La vita è una ruota che gira: oggi tocca a me, domani potrebbe toccare a qualcun altro. La mia è una battaglia non solo per Benedetta, ma per tutti gli studenti che subiscono questo trattamento tra i banchi di scuola». 

Intanto la famiglia ha presentato un esposto contro il consiglio di classe, l’insegnante di sostegno e la scuola, mentre sulla vicenda è intervenuto anche il presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e già Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale. «Siamo all’ulteriore riprova che l’inclusione, tanto decantata, non è che una chimera per portatori di handicap – ha tuonato - Sarebbe bello sapere quanti, in tutto il sistema scuola italiano, 4 fanno presto a diventare 6 per permettere gli esami a quanti non hanno studiato granché».

Marziale ha quindi annunciato l’intervento del ministro Patrizio Bianchi, in campo personalmente per sbloccare la situazione, ma da Siderno alla famiglia di Benedetta sulla sua ri-ammissione agli esami non è stato comunicato ancora nulla. «Non possiamo giocare con i sentimenti delle persone – ha proseguito la madre, che si è detta pronta ad incontrare anche il presidente Mattarella – voglio capire come intendono programmare e gestire l’esame di mia figlia. Benedetta non se lo meritava tutto questo. Abbiamo subito un’ingiustizia, e anche se dovessi perdere la battaglia non mi fermo qui, perché i diritti devono essere riconosciuti».