Aveva legami con le centrali della droga del reggino, l'organizzazione criminale disarticolata dalla Dda di Catanzaro ed operante nella Valle dell'Esaro, in particolare nel territorio del comune di San Marco Argentano.

Rapporti criminali con le cosche reggine

Il gruppo (I NOMI) si riforniva dello stupefacente dalle cosche della locride, cocaina soprattutto, i cui rapporti erano mantenuti dai cugini Roberto e Antonio Presta, elementi di spicco della 'ndrangheta cosentina, già coinvolti nell'operazione Santa Tecla. Entrambi sono legati da rapporti di parentela con Franco Presta, uno dei capibastone della zona, attualmente in carcere dove sta scontando la pena dell'ergastolo per la condanna inflittagli dalla Corte d'Assise nell'ambito del processo Terminator IV per gli omicidi di Vittorio Marchio ed Enzo Pelazza, assassinati a Cosenza e Carolei durante rispettivamente nel 1999 e nel 2000.

Rete di spaccio capillare

I pusher dell'organizzazione criminale coprivano in maniera capillare le piazze di spaccio dei comuni della Valle dell'Esaro, da San Marco Argentano a Roggiano Gravina, a San Lorenzo del Vallo, a Tarsia e Terranova da Sibari. 45 i soggetti destinatari di misure cautelari notificate dagli agenti della polizia di stato.