Lettera aperta alle giovani generazioni della Calabria a firma del professor Luciano Monti.

 

“Cari/e,

quelli che ho avuto modo di incontrare nei giorni scorsi nelle varie presentazioni del Rapporto 2017, “Il divario generazionale e le nuove professioni”, progetto di ricerca sviluppato dalla Fondazione Bruno Visentini, di cui sono co-direttore scientifico. Un Rapporto di alto contenuto scientifico condiviso con stimati relatori che mi ha offerto l’opportunità di conoscere oltre che nuove realtà territoriali di una bellissima regione come la Calabria anche d’incontrare tanti giovani preparati, interessati e soprattutto con una gran voglia di cambiare uno stato di cose che non appartiene più loro.

 

Da Castrolibero, Belmonte, Cetraro, nella provincia di Cosenza, a Catanzaro e Soverato, studenti e studentesse delle scuole medie, degli Istituti superiori sino all’Università, questa lettera aperta è rivolta a voi, con riconoscenza e gratitudine per l’entusiasmo con il quale mi avete accolto nelle vostre scuole. Mi piace chiamarli i vostri Istituti perché la Scuola è vostra, è la vostra occasione, deve essere la vostra opportunità per costruire ora e non in un indefinito domani, il vostro futuro. Un futuro da costruire con i vostri libri, i vostri professori e dirigenti che coraggiosamente hanno aperto le aule per permettervi di dibattere di un tema così delicato è indigesto ai più, quale è quello del Divario Generazionale e gli strumenti per contrastarlo.

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Eh si! Il tema è indigesto, cari ragazzi/e. Perché tutti concordano sulle difficoltà nelle quali muoverete i vostri primi passi verso l’indipendenza ma pochi (qualcuno a parole nessuno nei fatti) sono disposti a cedere un centimetro dei loro diritti acquisiti per assicurare a voi il diritto allo sviluppo, alla crescita, all’indipendenza, tutti sanciti dalla nostra Costituzione.

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Nel mostrarvi i dati del Rapporto 2017 ho fatto riferimento ad una metafora: ai muri, che non sono soltanto quelli che molti Paesi erigono per fermare l’ingresso dei migranti, ma quelli che qui, in Italia, in Calabria, vengono alzati per impedire a voi di vedere oltre, di compiere quel viaggio per il quale oggi sui banchi di scuola, sui libri, nei laboratori, vi state preparando a fare.

Dinnanzi a quel muro, che prima della crisi era alto un metro e che ora supera il metro e mezzo e si approssima ai due metri, provate rabbia. È giusto, dovete arrabbiarvi! Provate sconforto. È giusto, perché siete consapevoli che da soli non riuscirete ad abbatterlo, perché ormai non è stato compromesso il vostro futuro ma peggio vi è stato negato, del tutto cancellato! Sappiate, e lo avete dimostrato negli incontri, che siete tanti, che siete attivi, che siete pronti a cogliere, voi soltanto, tutte le sfide dell’economia circolare e dell’economia digitale, dei nuovi saperi e dei nuovi mestieri, veri motori dello sviluppo presente e futuro.

 

Per fare questo, per fare tutto questo, vi trovate in una terra dura ma con le basi solide. La roccia calabra non è luogo dove distendersi comodamente ma è perfetta per porre fondamenta, così come lo è stato nel passato. Costruttore di città e di pensieri, la vostra Calabria è terra contraddittoria fatta di tutto e nulla, di un risvolto della medaglia che è parte dell’essere Meridionali, unita all’estero ma divisa in patria. La terra al centro del Mediterraneo che sembra però affondarci, ricca d’animo ma così povera di azione, almeno sino a un recente passato.

 

Qualcuno ha scritto che: “il Meridione non è un’indicazione geografica ma uno stato d’animo”, è questo siete riusciti a dimostrarmelo con le vostre parole, le infinite domande, quella voglia di sapere e conoscere per emergere da antiche macerie. Ora lo so anch’io, l’ho toccato con mano, l’ho sentito con il cuore e osservato con occhi diversi dai pregiudizievoli preconcetti che hanno portato i vostri padri alla rassegnazione. Voi siete altro! Voi non siete i freddi e ingannevoli dati statistici che hanno etichettato il presente e messo in discussione il vostro futuro! Lasciatevi alle spalle il nulla che ha spinto molti vostri antenati ad abbandonare la terra dei Feaci e puntate ad acquisire il tutto che questa magnifica terra offre in termini di patrimonio e capitale naturale, culturale e soprattutto sociale, come risorse umane. Perché la più grande risorsa che la Calabria ha, la risposta al non fatto, al non detto, al nulla del passato siete voi!

 

Non lasciatevi incantare da abili pifferai che vi promettono cose irrealizzabili, non fermatevi davanti ai “lascia perdere che è meglio” o ai “non preoccuparti che ci penso io”, non fate incatenare i vostri sogni e limitare le vostre ambizioni nella ricerca del fantomatico quanto irreale “posto fisso”. Guardate il mondo dall’alto, dritto negli occhi il futuro, imparate a credere in una terra libera che deve tornare ad essere giovane, positiva e propositiva e imparate a pensare libero, prima che a farlo per voi siano i robot al servizio di una gerontocrazia in declino”.