Se i lockdown, le restrizioni, gli stop forzati hanno avuto conseguenze pesanti dal punto di vista psicologico, ancora di più sono stati e sono nefasti per chi ha una forma di disabilità e di fragilità. È il caso dei ragazzi che frequentano la Lucky Friends, associazione sportiva lametina che tante soddisfazioni ha avuto nel tempo, riuscendo a salire con i suoi atleti anche su podi internazionali.

Il Covid ha però abbassato per mesi le saracinesche del bene confiscato di Lamezia Terme in cui si svolgono le attività e ora con le restrizioni sullo sport l’associazione si è reinventata. Porte ancora aperte quindi, ma solo per riscaldamento muscolare e laboratori, dal teatro, al cinema, all’arte, alla cucina, alla fotografia.

L’importante è stare insieme e imparare e, soprattutto, non lasciare soli i ragazzi. In questi mesi, ci raccontano i genitori e i referenti dell’associazione, sono aumentati gli attacchi di ansia, i nervosismi, i casi di aggressività e di irascibilità. Tolti alle loro abitudini, alla scuola come nido sicuro di socialità e privati dello sport, valvola di sfogo importante, in tanti sono crollati.

Ecco perché la Lucky Friends ha deciso di non fermarsi ma di ripensarsi. In attesa, quindi, che si possano riprendere le attività sportive e che gli atleti speciali possano competere nuovamente, ogni mattina si svolgono laboratori di ogni tipo cercando di tenere conto delle problematiche e delle peculiarità di ognuno, ma anche di nutrire le loro curiosità.

L’importante non è solo tenerli impegnati, ma ricordargli quanto sono capaci di fare e quanto ancora possono imparare a fare. E se dalle realtà pubbliche nessuno stimolo arriva e nessuna mano viene tesa, se dopo la fine delle scuole per questi ragazzi non rimangono che le mura domestiche, ci sono genitori che la disabilità l’hanno abbracciata e ne hanno fatto un’occasione ricreativa e di crescita personale, mettendo su da anni un luogo in cui gli stimoli sono continui e il senso di responsabilità, oltre che l’autostima, sono continuamente spronati.