Il deputato del M5S, mosso dalle denunce degli esclusi, esorta Oliverio a farsi carico del problema
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C’è qualcosa che non va, qualcosa nelle procedure per la selezione degli idonei alla carica di direttore sanitario messo a punto dalla Regione Calabria che pare abbia l’odore della “frettolosità”, quando altro avrebbe dovuto essere l’atteggiamento dinnanzi ad una materia così importante.
La ricostruzione di tutta la questione parte dal mese di gennaio, mese in cui fu pubblicato l’avviso pubblico per la formazione degli elenchi con marzo come termine ultimo per la presentazione delle domande. Nominate le apposite commissioni con decreto del 24 aprile, la questione si è chiusa con l’approvazione da parte della giunta del documento con i nominativi il 28 agosto scorso. Un iter all’evidenza del tutto lineare, insomma, non però secondo Francesco Sapia, deputato del M5S e membro della Commissione sanità alla Camera, convinto che l’elenco sia stato «definito troppo sbrigativamente». Talmente tanto sbrigativamente da aver chiesto al capo del dipartimento regionale Tutela della salute, Antonio Belcastro, di «avviare una verifica urgente dell’intera procedura di valutazione», chiamando in causa i commissari alla Sanità calabrese, Saverio Cotticelli e Maria Crocco, il presidente Mario Oliverio, il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, e la Corte dei conti.
«Se il governatore vuol ficcarci il naso in vista delle imminenti elezioni lo dica a chiare lettere e non faccia lo gnorri» la sua accusa, corroborata dalla convinzione che siano stati «esclusi candidati in possesso dei requisiti previsti dalla legge, mentre altri li avrebbero nel tempo maturati perfino con scorciatoie politiche».
Sapendo che le segnalazioni ricevute possono solo costituire il punto di partenza per instillare qualche dubbio, Sapia ribadisce la consapevolezza di non essere deputato ad «accertare i fatti e accusare chicchessia», ma aggiunge anche che «la procedura per la selezione dei direttori sanitari era pasticciata fin dall’inizio» e che la «sanità calabrese non può più permettersi di andare avanti tra dubbi, indifferenza e sufficienze».
Da qui l’invito al governatore Oliverio a trovare il tempo per «informarsi del problema ed eventualmente a farlo presente al ministro della Salute, Roberto Speranza, senza recitare il solito copione».