Prima il presidio pacifico davanti al tribunale poi il trasferimento a via Perugini, sede principale del Comune, dove hanno occupato per alcuni minuti la strada. Le saracinesche chiuse fanno paura più del virus, specie dopo che durante lo scorso lockdown i tanto proclamati “ristori” non sono arrivati e così anche Lamezia ieri ha fatto la sua parte. Ma il sindaco Paolo Mascaro, che ha raggiunto i manifestanti, poco meno di cinquanta tra ristoratori e commercianti, ha cercato di calmare gli animi raccontando un’altra faccia della medaglia, quella degli amministratori che non ci stanno a subire soltanto le decisioni del governo e che durante il direttivo dell’Anci di oggi hanno discusso nuovi provvedimenti.

 

A partire dal nascente decreto “ristori bis” all’interno del quale, ha spiegato alla folla il primo cittadino, i sindaci chiederanno vengano inserite e assicurate forme di sostegno economico più corpose per le zone rosse. Essendo queste le aree che verranno maggiormente danneggiate e che ne pagheranno le conseguenze anche in termini di Pil, il governo dovrà assegnare risorse tenendone conto.

 

La preoccupazione resta comunque alta, la Calabria, se non adeguatamente sostenuta, potrebbe secondo Mascaro rimanerne gambizzata. Nella riunione appena terminata si è discusso di aiuti e ristori, ma non solo. I sindaci chiederanno di potere riutilizzare i lavoratori percettori di mobilità in deroga e hanno affrontato il nodo del sistema sanitario regionale, fragile e impoverito. I primi cittadini spingeranno per avere più tamponi e più posti letto.