La nuova inchiesta della procura di Paola che punta a fare luce sul sistema di depurazione di alcuni Comuni del Tirreno cosentino, denominata "Archimede", vede iscritte nel registro degli indagati decine di persone. Tra queste, spiccano i nomi di Barbara Mele, sindaca di San Nicola Arcella, e Vincenzo Cristoforo, assessore all'Urbanistica al Comune di Belvedere Marittimo, quest'ultimo già indagato nell'inchiesta denominata "Appalti e massoneria". Per la prima cittadina sannicolese è stato disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, per l'ingegnere è scattata invece il divieto temporaneo di esercitare l'attività professionale.

Le misure cautelari

Per le presunte irregolarità, che riguardano la depurazione dei Comuni di San Nicola Arcella e Buonvicino, sono finite agli arresti domiciliari quattro persone. Si tratta di Tiziano Torrano, Pasqualino De Summa, Maria Mandato e Giuseppe Maurizio Arieta. Per loro è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari. Per i tecnici Albina Rosaria Farace e Francesco Fullone, è stata applicata la misura della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio, e due imprenditori, mentre per gli imprenditori Enzo Ritondale e Renato La Sorte è scattato il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione per un periodo, rispettivamente, di 12 e 6 mesi. 

Obbligo di firma per il sindaco di San Nicola Arcella

Tra gli indagati figurano anche Barbara Mele, sindaca di San Nicola Arcella, e Vincenzo Cristoforo, assessore all'Urbanistica al Comune di Belvedere Marittimo, quest'ultimo già indagato nell'inchiesta denominata "Appalti e massoneria". Per la prima cittadina sannicolese è stato disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, per l'ingegnere, invece, è scattata invece il divieto temporaneo di esercitare l'attività professionale.

Affidamenti illeciti e sversamenti abusivi

Tre le contestazioni della procura, c’è quella degli appalti affidati in modo illegittimo con l’obiettivo di favorire ditte amiche, in violazione dei criteri di rotazione nell’affidamento di lavori e aggirando il dovere di effettuare indagini di mercato. Ed ancora, dalle indagini sarebbe emerso che che taluni imprenditori avrebbero violato gli obblighi contrattuali della gestione e la manutenzione dell’impianto di depurazione e degli impianti di sollevamento. Le investigazioni hanno consentito di appurare lo smaltito di fanghi di depurazione senza adeguato trattamento nei terreni agricoli anziché mediante il conferimento in nella discarica autorizzata, talora anche attraverso lo sversamento del refluo fognario in un collettore occulto.

L’esposto di un cittadino

L’indagine sulla depurazione ha preso il via nell’ottobre del 2019. Tutto ha avuto origine grazie a un esposto di un cittadino, in cui lamentava presunte irregolarità sugli affidamenti degli appalti. Ciò ha dato il via a una serie di controlli, che ha visto impegnati i carabinieri di Scalea giorno e notte. Grazie ai controlli serrati, si sono anche evitati danni più gravi all’ambiente alla salute pubblica. Tale circostanza è emersa durante la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina in collegamento con gli uffici della procura di Paola, della compagnia dei carabinieri di Scalea e del comando provinciale.

La nota dell'Arpacal

La notizia dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Paola denominata “Archimede” riguardante la depurazione di alcuni comuni dell’Alto Tirreno cosentino che ha visto coinvolto, tra gli altri, un tecnico dell’Arpacal, «è stata appresa con stupore e disorientamento. L’Agenzia, sin d’ora, dà la sua disponibilità a fornire ogni utile documentazione per le attività di indagine esprimendo piena fiducia nell’operato della magistratura con la consapevolezza che sarà fatta chiarezza su una vicenda che crea sgomento e sfiducia nei cittadini. E’ indubbio che quanto accaduto non può minimamente intaccare l’affidabilità tecnico-scientifica con la quale l’Agenzia svolge le sue attività di controllo e monitoraggio nel rigoroso rispetto delle norme vigenti in materia e soprattutto a tutela dei cittadini»