Otto impianti di depurazione sono stati oggetto di controllo, questa mattina, da parte dei carabinieri nel Vibonese. Alla fine dell’operazione sono state comminate multe per 40mila euro e una persona è stata segnalata all’autorità giudiziaria per abbandono di rifiuti.

Ai controlli hanno partecipato i militari della compagnia di Serra San Bruno, carabinieri forestali, squadrone eliportato Cacciatori e l’ottavo nucleo elicotteri è entrato in azione per un controllo agli impianti di depurazione dislocati nel territorio.

Con il coordinamento della procura della Repubblica di Vibo Valentia, guidata dal procuratore Camillo Falvo, sono stati verificati otto siti, tre sono risultati perfettamente in regola mentre nei rimanenti sono state rilevate minori mancanze dovute alla incompleta tenuta dei registri e allo scarico delle acque reflue in assenza della prevista autorizzazione poiché scaduta e non rinnovata.

Solo in un caso è stato accertato il presunto stoccaggio di fanghi oltre la soglia massima consentita concretizzando l’ipotesi di deposito incontrollato di rifiuti. Violazioni di carattere ammnistrativo, consistenti in gran parte in scarico di acque reflue non autorizzato, sono state riscontrate in altri tre impianti. Complessivamente sono state quindi elevate sanzioni amministrative per circa 40.000 mila euro con una sola segnalazione all’autorità giudiziaria per fare piena luce sul presunto abbandono di rifiuti riscontrato.

Un bilancio nel complesso più che positivo, considerata la generale minore gravità delle infrazioni accertate, soprattutto se paragonato al precedente analogo servizio condotto nella provincia lo scorso 23 marzo quando, oltre a riscontrare diverse violazioni di carattere penale e amministrativo, furono sequestrati due siti di depurazione, riscontrando la presenza di bypass, fanghi oltre la soglia limite, pompe di sollevamento non in funzione e un ciclo di depurazione non conforme alla norma con vasche di decantazione non alimentate con quella dei fanghi collegata a quella di ossigenazione.