"L'esplosivo per l'attentato al magistrato Nino Di Matteo è arrivato a Palermo dalla Calabria". A raccontarlo è stato Vito Galatolo, pentito di mafia. Galatolo avrebbe  dichiarato che Cosa Nostra ha acquistato 150 chili di Tritolo dalla Calabria per attuare l’attentato ai danni di Nino Di Matteo, il Pm che sta indagando sulla Trattativa Stato Mafia. L’attentato era stato ordinato direttamente dal super latitante Matteo Messina Denaro nel 2012. “Di Matteo va fatto fuori perché mi hanno detto che è andato troppo oltre” questo l'ordine impartito dal superlatitante ai boss palermitani. L’operazione fu condotta senza alcun passo falso e, nessuno sospettava nulla prima delle dichiarazioni di Galatolo. Cosa Nostra aveva raccolto 600 mila euro per comprare il tritolo necessario e, sapendo che la ‘Ndrangheta  era ben fornita si erano rivolti ai loro referenti calabresi. Il pentito rivela i particolari dell'operazione e aggiunge che "durante questo scambio ci fu un problemino".

 

L’esplosivo arrivato dalla Calabria presentava infiltrazioni d’acqua e umidità. Questo particolare apre una strada agli investigatori. Il carico di tritolo umido ha fatto subito pensare alla grande quantità di esplosivo che si trova al largo di Saline Joniche, nelle stive del mercantile "Laura Cosulich", affondato durante la seconda guerra mondiale. Le stive della Laura C sarebbero stracolme di tritolo: nel maggio scorso i sommozzatori della polizia sono riusciti a recuperarne 24 chili. Secondo la Questura di Reggio Calabria nella stiva della nave ci sarebbe ancora una grossa quantità di esplosivo. Già in passato altri collaboratori di giustizia hanno raccontato che quel relitto in fondo al mare è il deposito di esplosivo della ‘ndrangheta. Anche per la strage di Capaci è stato utilizzato tritolo proveniente dai fondali marini ma, confrontandolo con quello della “Laura C”, non sono state riscontrate analogie.