È una scalata imprenditoriale “garantita” dalla cosca Piromalli Gioia Tauro, quella di Santo Furfaro. Ne sono convinti gli investigatori dell’antimafia che hanno arrestato nella giornata di ieri l’imprenditore della città del porto nell’ambito della maxi inchiesta denominata “Galassia”Fra le aziende finite nel mirino degli investigatori, infatti, c’è anche il Susan Bowling, locale ubicato all’interno del Parco Annunziata di Gioia Tauro, nonché un’impresa dedita al noleggio, su scala nazionale, di slot e vlt. Sarebbe stato accertato come quelle attività, riferibili a Santo Furfaro, fossero state infiltrate dalla cosca Piromalli, cresciute grazie alla protezione offerte da Girolamo “Mommino” Piromalli e Antonio Piromalli.

 

Secondo quanto si legge nel fermo emesso dalla Procura antimafia di Reggio Calabria «Furfaro Santo, Sergi Francesco ed Alampi Rocco, assumevano il ruolo di capi, promotori e gestori, sebbene privi di concessione nazionale, del sito internet: “Fsa365.com” attraverso cui esercitavano sul territorio dello Stato la raccolta di puntate su giochi e scommesse, previa sua commercializzazione».

 

Un ruolo che si era esteso anche «nei citati sistemi imprenditoriali illeciti, governati dapprima da Lanzafame, quindi da Salvaggio, D’Anna e Stalteri, dirigendo i componenti le reti commerciali calabresi che si occupavano: della distribuzione e diffusione sul territorio nazionale delle skin attraverso cui erano offerti i servizi organizzati per la raccolta abusiva di giochi e scommesse; della relazione con i gestori delle sale ed i giocatori diretti; della risoluzione di tutte le problematiche connesse all’esercizio dell’attività; della gestione dei flussi finanziari generati dalle attività illecite, incluso il loro trasferimento, al netto del piano provvigionale, dei ricavi prodotti al bookmaker».

 

A conferma della bontà del castello accusatorio sull’ala gioiese dell’organizzazione criminale finita nell’inchiesta “Galassia” anche le dichiarazioni di due importanti collaboratori di giustizia di Gioia Tauro, Antonio Russo e Arcangelo Furfaro.

 

Antonio Russo, nell’interrogatorio del 9 giugno 2018, sentito dal pm Stefano Musolino descrive Santo Furfaro quale espressione economica nel settore della cosca Piromalli: « Si, quello che so su Santo Furfaro è questo. Che questo bowling dove è nato questo, diciamo, di Santo Furfaro doveva nascere con Clemente Cedro di Gioia Tauro…perché l’ideatore, la mente del bowling a Gioia Tauro è stato solo ed esclusivamente Clemente Cedro ma non hai mai lavorato perché non ha trovato i giusti appoggi, diciamo, a livello di ‘ndrangheta ed economici… poi hai visto poi com’è finita che il bowling l’ha fatto Santo Furfaro con Cosimo Romagnosi”».

 

Romagnosi, pregiudicato di Gioia Tauro vicino ai Piromalli sarebbe l’elemento di collegamento con la potente cosca della città del porto. «E questa è la prima parte che so – aggiunge Russo - Poi, preciso ad ulteriore conferma di quello che io sto dicendo che, quando feci una truffa a Reggio Calabria con la società COAG dei fratelli Cotugno, fu ritirato del pellet e questo pellet fu venduto a Mommino Piromalli e lo scarico di questo pellet fu fatto nei locali di Santo Furfaro del bowling dalla parte di dietro e io gli dissi “come mai dobbiamo andare al bowling? Io non ci voglio venire a scaricare la merce là, perché so che dietro c’è Cosimo Romagnosi ed essendoci Cosimo Romagnosi ci sono i Piromalli, non mi voglio mettere in difficoltà con nessuno!”, mi disse Mommino Piromalli “puoi venire con la massima tranquillità perché è cosa nostra” e io andai a scaricare il pellet. Questo è quanto dichiarato, ve loriconfermo nell’occasione odierna che mi state sentendo».

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