La testimonianza di un afghano giunto a Crotone dalla Francia per cercare il 25enne, tra i migranti ancora dispersi. «He's dead, he's in the water»: continua a ripetere con la voce rotta dal pianto (ASCOLTA L'AUDIO)
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«He's dead. He's in the water». Lo spettro della morte del fratello balena nei suoi occhi scuri, inumiditi dal dolore e dal vento che soffia ancora forte sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Il mare è ancora agitato, e percorre a piedi la spiaggia lambita dalle onde alla ricerca del fratello, 25 anni, partito dall'Afghanistan e salpato dalla Turchia assieme a tanti altri nella speranza di una vita migliore sulla nave che si è schiantata a cento metri dalla costa crotonese nella notte tra sabato e domenica scorsa.
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«Gli avevo detto di non partire»
Avrà circa 40 anni, è afghano anche lui. Il 27 febbraio, dopo aver appresso dalla televisione del tragico naufragio, si è messo in viaggio dalla Francia, dove da sette anni risiede stabilmente. Giunto in Europa percorrendo la stessa rotta che potrebbe essere stata fatale al fratello: «Gli avevo detto di non partire ma non mi ha ascoltato. Ero molto spaventato» dice in un inglese misto al francese. Ci mostra la foto sul suo smartphone: prima della partenza - volto pulito e senza barba - e quella a bordo della nave diretta in Italia, un viso sfigurato dalla stanchezza e dalle privazione. Un viaggio costato 9mila euro, specifica.
I messaggi mai ricevuti
Accede all'applicazione telefonica di Messanger e scorre la cronologia: gli ultimi messaggi non sono stati neppure recapitati. Il precedente è una nota vocale, il fratello fornisce notizie e informazioni sul suo arrivo in Italia: era il 21 febbraio alle 11.43. Poi più niente. «Non lo so» è la risposta alla domanda se spera ancora di trovare in vita il fratello. «He's dead. He's in the water» aggiunge spiegando di essere in contatto con i genitori rimasti a Kabul e che però ancora non sanno nulla. «Prima di dirlo a mia madre vorrei almeno ritrovare il corpo» dice tra le lacrime.
La foto del fratello
E così sin dal suo arrivo mostra a tutti la fotografia del fratello disperso: «Sono andato in ospedale, alla polizia» ma al momento non risulta tra i sopravvissuti. E spera che almeno il mare possa restituirne i resti. Racconta poi del suo di viaggio per arrivare in Europa sette anni fa: partito dall'Afghanistan e salpato dalla Turchia verso la Grecia. Da qui ha proseguito a terra verso l'Italia in un camion e poi ha proseguito verso la Francia. «Gli avevo detto di non partire ma non mi ha ascoltato» ripete.