Non regge al vaglio della Corte di Cassazione il sequestro preventivo della società ST Global s.r.l., disposto nell’ambito dell’operazione Cumbertazione. L'importante società calabrese - responsabile in passato della progettazione di rilevanti opere pubbliche - era stata oggetto di un sequestro preventivo finalizzato alla confisca, emesso a carico degli architetti Santo Fedele e Francesco Fedele, noti professionisti coinvolti nel gennaio del 2017 nella maxi inchiesta della DDA di Reggio Calabria sugli appalti pubblici. Ai Fedele viene contestato il reato di associazione per delinquere finalizzato alla commissione di più reati di turbata libertà degli incanti. 


In accoglimento del ricorso proposto dagli avvocati Andrea Alvaro ed Antonio Speziale, difensori dei Fedele, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il provvedimento di sequestro preventivo, disponendo l’immediata restituzione della società agli aventi diritto. La Suprema Corte, oltre all’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, ha annullato anche il decreto di sequestro preventivo originario adottato dal GIP DDA di Reggio Calabria, così riconoscendo - e ciò accade molto di rado - l’illegittimità genetica del provvedimento con il quale la società ST Global s.r.l. è stata sottoposta, per oltre un anno, a sequestro ed amministrazione giudiziaria. 
Anche il rappresentante della Procura Generale presso la Corte di Cassazione, intervenuto in udienza, aveva condiviso le argomentazioni esposte dagli avvocati Alvaro e Speziale ed aveva anch’egli chiesto l’annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato. 


A novembre scorso la Corte di Cassazione, in diversa composizione, aveva accolto il ricorso che i medesimi difensori avevano interposto avverso l’ordinanza applicativa della misura cautelare personale nei confronti dei Fedele. Anche in quel caso il giudice di legittimità aveva annullato senza rinvio il provvedimento cautelare che, in origine, aveva portato all’arresto dei due professionisti calabresi. 


L’annullamento senza rinvio del sequestro preventivo ha determinato l’immediato avvio delle procedure di restituzione della società di progettazione ai legittimi titolari e la contestuale cessazione dell’amministrazione giudiziaria su un bene che, secondo il massimo Giudice di legittimità, non avrebbe dovuto in origine essere sequestrato. 


Il ricorso per Cassazione in materia di sequestri di beni è ammesso solo per violazione di legge e la motivazione può essere censurata solo ove inesistente o meramente apparente. Proprio in ragione di questa particolarità l’annullamento senza rinvio dei sequestri costituisce un esito molto raro.