Il 14 ottobre 1996 la città di Crotone subì una delle ferite più violente ed improvvise con un alluvione in cui persero la vita Paolo Pupa, Angela Trovato, Luca Buscema, Michela Cicchetto, Luca Tavano e Bruno Comisso.

La caduta di consistenti ed eccezionali piogge andarono a sommarsi a quelle che già avevano interessato in modo considerevole la provincia la settimana precedente, aggravante che saturò terreni causando piene e straripamenti di diversi corsi d'acqua presenti nella zona. Il disastro fu determinato da una piena dell’Esaro con una conseguente vera e propria inondazione di una vasta parte della città che, a ridosso dell'area industriale, subì l’esondazione del fiume che contò quei morti, migliaia di sfollati, danni a centinaia di imprese per più di 100 miliardi di vecchie lire.

Italia Nostra con CGIL Area Vasta, Arci Crotone e Gak si ritroveranno oggi per una iniziativa a ricordo di quel tragico evento dal titolo "Mai più un altro 14 ottobre 1996!". Dalle 16.00, prima con una cerimonia religiosa a ricordo delle vittime presso la chiesa del Sacro Cuore Borgata San Francesco- Crotone che fu scenario centrale del disastro di 27 anni fa, a cui seguirà la messa a dimora di due piante di olivo Bianco dedicate a Paolo, Angela, Luca, Michela Luca e Bruno, il monito seguirà con un incontro/dibattito presso la sala Oratorio della chiesa con la partecipazione, tra gli altri, di Antonietta Borrelli, segretaria Italia Nostra sezione di Crotone, Giuseppe Celsi, del direttivo GAK, Filippo Sestito, presidente Arci Crotone, Girolamo Parretta del Circolo Ibis Crotone, Teresa Liguori di Italia Nostra Crotone e Vincenzo Fabiani sempre del GAK, che presenteranno l’Idea progetto di Parco naturale archeologico del fiume Esaro.

Ma c’è un cantautore che da anni, assieme ad altri importanti temi sociali, porta in giro per l’Italia il ricordo indelebile di quel maledetto 14 ottobre di 27 anni fa: è Dalen polistrumentista che ha imparato ad autoprodursi percorrendo la strada del contatto diretto con il pubblico in giro per l’Italia. È recentemente tornato anche in Veneto ed ha chiuso un tour che sin da aprile lo ha visto timbrare più di 30 concerti partiti da Bari e passati per Calabria, Lombardia, Sicilia e più volte appunto in Veneto. L’Urgenza Tour, così come lo ha voluto titolare, ha anche voluto risperimentare un antico quanto affascinante modo di far incontrare direttamente le proposte artistiche con i territori senza dover per forza passare da talent o promozioni social che fanno apparire, troppo spesso, una patinatura uguale a se stessa per linguaggi e messaggi che poi rischiano, inesorabilmente, di uniformarsi.

L'intervista a Dalen

In "Crotone", il brano  che hai voluto divenisse una sorta di manifesto stesso del tour, rammenti quel terribile 14 ottobre cantando
Piove, piove, piove, non è acqua ma terrore
Piove, piove, piove, con due gocce qui si muore
Piove, piove, un'onda spazza via il presente
Piove, piove, piove, sulle speranze della gente

Quanta denuncia e quanta rassegnazione c’è nell’agenda delle nuove generazioni secondo te, oggi?  
«Nelle nuove generazioni c’è una grandissima urgenza di cambiamento, soprattutto per essere umani migliori. Ci sono tantissimi che scrivono, dipingono facendo politica fuori dagli schemi della politica. È ovvio che la gente che incontro mi somiglia ed io somiglio loro, non cerchiamo lotta ma solo di evitare di conformarci, attraverso la possibilità di incontrare nuove intelligenze e soprattutto nuove esigenze. Poi se la domanda si rivolge anche al mondo della produzione musicale, basta ascoltare cosa passa la radio».

Dall’esperienza di questo tour racconti di tanti incontri artistici e formativi, di un mestiere che ti piace sottolineare si impara ancora “on the road”. Così da Fiorella Mannoia a Sergio Cammariere, da Alex Britti a Roberto Vecchioni, da Eman ai Sud Sound System, con cui stai lavorando ad una nuova canzone. Che effetto ha fatto il tuo pezzo "Crotone" e cosa hai trovato di nuovo nella “vecchia guardia”?
«L’esperienza più forte è stata con Vecchioni che conosceva il brano ed avrebbe voluto che salissi sul suo palco, anche se poi non è stato possibile per problemi tecnici. Comunque quando canti questi brani, tutti trovano trasporto ed emozioni, anche perché in quel disastro persero la vita 6 persone e furono sconvolte tantissime famiglie. Poi in quella che tu chiami vecchia guardia c’è una capacità a reinventarsi per continuare ad inseguire sogno e desiderio; certo, magari si sono trasformati, ma la forza e l’energia che mettono in questa ricerca è solo meno impulsiva, ma sempre genuina».