L’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia aumenta il personale medico che assiste i malati di Covid-19 al proprio domicilio. Parliamo dei sanitari che dopo l’inizio della pandemia costituiscono le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), che, appunto, sono state messe in piedi per curare i malati affetti da Coronavirus che non necessitano di ricovero nelle strutture ospedaliere.

La scelta di “reclutare” più medici tra le fila delle Usca  – che collaborano in maniera sinergica con il dipartimento di prevenzione dell’Asp – appare necessaria quanto obbligata da parte dei vertici della sanità pubblica locale, tenuto conto del dilagare del contagio – a causa soprattutto dell’esplodere incontrollato della variante Omicron – anche nel territorio provinciale e l’impossibilità oramai di rintracciare gli eventuali positivi per frenare, in qualche misura, il diffondersi del virus.

Ricordiamo che i casi attivi nel Vibonese, a oggi, sono complessivamente 6.008 (10 in reparto, 0 in terapia intensiva, 5.998 in isolamento domiciliare). Per contrastare, quindi, l’espandersi della pandemia serve personale per evitare turni massacranti o, peggio ancora, l’eventuale interruzione dei servizi di assistenza sanitaria.

La richiesta al commissario Maria Bernardi

A chiedere formalmente al commissario straordinario dell’Asp  di via Dante Alighieri Maria Beranardi di allargare il numero dei medici che oggi fanno parte delle Usca è stato il direttore del distretto sanitario Raffaele Bava. In una nota, quest’ultimo ha fatto presente al massimo dirigente della sanità pubblica vibonese di non dimenticare il perdurare dello stato di emergenza sul territorio nazionale «relativo al rischio sanitario connesso alla variante Omicron del virus Sars-Cov 2», e che la legislazione vigente prevede «l’istituzione, per la durata dello stato di emergenza, di Unità speciali di continuità assistenziali per la gestione dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero».

Allo stato, quindi, per l’istituzione delle Usca «sono stati reclutati i medici secondo l’ordine stabilito dall’apposito decreto legge, ma i sanitari incaricati, a tutt’oggi, – ha denunciato con forza Raffale Bava – espletano la propria attività con ritmi incessanti ed estenuanti, a causa della diffusione dei contagi relativi alla variante Omicron che avviene in maniera veloce e incontrollata».

Per contenere il disagio, che «la stessa diffusione della variante Omicron sta provocando, si rende necessario – questa dunque la richiesta fatta del direttore del distretto sanitario ai piani alti dell’Asp – rafforzare e potenziare le Usca con l’intervento di altri sanitari». L’invito, infine al commissario straordinario dell’Asp a procedere con lo scorrimento della graduatoria. E le accorate sollecitazioni del direttore Raffaele Bava sono state accolte appieno da parte del massimo dirigente della sanità pubblica vibonese Maria Bernardi, la quale ha già firmato la delibera che dà il disco verde all’aumento del personale medico da inserire velocemente all’interno delle Unità speciali di continuità assistenziale.