Situazione pandemica e nuovo atto aziendale dell’Asp al centro della prossima riunione della Conferenza dei sindaci del Crotonese, che il presidente Vincenzo Voce intende convocare al massimo entro due settimane. Non c’è tempo da perdere: la situazione sul territorio provinciale sta assumendo contorni allarmanti, con alcuni centri che preoccupano più di altri, come Cutro, che con i suoi 287 soggetti positivi al Covid è stata dichiarata zona rossa.

Dubbi sul tracciamento

La diffusione del virus non si arresta sul territorio provinciale: ieri secondo l’Asp si sono registrati 90 nuovi contagi (7 in più rispetto a quanto riportato nel bollettino della Regione Calabria) per un totale di casi attivi che da giorni supera il migliaio.

Ma secondo il sindaco di Crotone, c’è qualcosa che non va nelle attività di tracciamento: «Io temo che non siano fatte molto bene, perché, ad esempio, a fronte di 20 ordinanze di quarantena per i soggetti contagiati, firmo una quarantina di provvedimenti restrittivi per i loro contatti. Mi sembra strano che un positivo abbia solo due contatti stretti».

In questi giorni, in città i numeri sono relativamente bassi in proporzione alla popolazione e i soggetti attualmente positivi risultano 232: «Bisogna però tener conto di quanti tamponi vengono effettuati» annota Voce.

A preoccupare il primo cittadino, anche il depotenziamento delle squadre Usca, passate da 6 a 3: «Si sta verificando la tempesta perfetta: vaccinazioni a rilento, riduzione delle unità speciali di continuità assistenziale e l’aggravarsi della diffusione del virus».

Vaccini a rilento e ospedale in affanno

C’è poi la campagna vaccinale che - anche a causa della carenza di vaccino - non riesce a ingranare la marcia, nonostante l’attivazione di due ulteriori centri (Cirò Marina e Mesoraca) dove è possibile prenotarsi tramite la piattaforma di Poste Italiane. Ieri in tutta la provincia sono state somministrate appena 541 dosi, molte delle quali a soggetti che avevano già ricevuto la prima inoculazione. E l’Asp comunica poco con i Comuni, come era stato già evidenziato durante l’incontro che gli stessi sindaci avevano avuto con il commissario Domenico Spirlì all'inizio di marzo.

Nel frattempo, la terza ondata della pandemia ha travolto anche l’unica struttura ospedaliera presente nel territorio provinciale: al San Giovanni di Dio di Crotone si fa fatica a gestire i ricoveri dei pazienti Covid (attualmente 37 nel nosocomio pitagorico e 5 in altri nosocomi della regione), nonostante l’incessante impegno del personale, costretto a lavorare in condizioni precarie.

L’atto aziendale dell’Asp

E in questo contesto, arriva l’atto aziendale dell’Asp, che tra l’altro sarebbe stato in parte copiato da un documento dell’Asl di Frosinone, come denunciato dal parlamentare Francesco Sapia. Ma al netto di questo «aspetto non edificante della vicenda» su cui andrebbero certamente ricercate responsabilità, Voce non si ritiene soddisfatto dei contenuti: «L’atto è al vaglio di una squadra di medici, tra cui l’assessore comunale alla Tutela della Salute Carla Cortese, che è oncologa e conosce bene le condizioni dell’ospedale. In linea di massima, non ci piace. Non vogliamo che continui il depotenziamento che sta avvenendo ormai da diversi anni. Il San Giovanni di Dio è un riferimento per tutta la provincia e va rilanciato».

Interventi sono necessari, ribadisce Voce, sui reparti di Chirurgia e Oncologia, mentre va attivata l’Emodinamica e riaperta la Medicina Nucleare, rinforzando «anche alla luce dell’emergenza epidemiologica, i reparti con nuove professionalità».
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