«Non intendo commentare la richiesta di condanna a mio carico, ma solo osservare che questa vicenda dura da 12 anni, nel corso dei quali, chi ha avuto la buona idea di leggere gli atti, e tutti gli atti, (parla di almeno 3 giudici e 3 pubblici ministeri, 2 dirigenti di squadra mobile e numerosi ispettori di pubblica sicurezza), ha escluso in modo concorde e categorico un qualche mio coinvolgimento nella corruzione del dottore Giusti».

L’avvocato Armando Veneto interviene con queste parole per commentare la richiesta a 8 anni di carcere formulata, ieri, dal pm della procura di Catanzaro. Secondo l’accusa, l’ex sottosegretario ed ex parlamentare europeo avrebbe fatto da mediatore tra alcuni membri della cosca Bellocco di Rosarno e un giudice del Tdl che li scarcerò. I fatti risalgono al 2009 e nelle indagini finì il giudice Giancarlo Giusti (suicidatosi a marzo del 2015) che, stando alla ricostruzione dell'accusa, in qualità di magistrato componente il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, nell'udienza del 27 agosto 2009, annullò l'ordinanza di carcerazione emessa dal gip nei confronti dei componenti della cosca Bellocco arrestati nel corso dell'operazione "Rosarno è nostra 2". Accuse che l’avvocato Veneto, uno dei penalisti più in vista in Italia e decano delle Camere penali, ha sempre respinto con fermezza.

«Oggi la procura – ha aggiunto Veneto - attraverso un diverso rappresentante, cambia opinione. Ne ha diritto, come io ho diritto di difendere non me, ma la toga che indosso con orgoglio, dall’offesa ai canoni elementari che presidiano il dovere di verità. Questa, in fondo, è la battaglia per la quale formulo a tutti gli auguri sinceri».