L'ultimo Dpcm di Giuseppe Conte prevede la continuità didattica in presenza delle scuole dell'infanzia, delle elementari e della prima media. Ma il boom di contagi, la difficoltà del tracciamento ed i ritardi dello screening dei tamponi, sta portando ad una progressiva chiusura degli istituti in tutta la provincia.

Chiusure nell'area urbana

Nell'area urbana lezioni sospese a Rende, Mendicino, parzialmente a Montalto Uffugo e nei comuni della Presila. Laddove sono segnalati casi isolati di positività di alunni o di insegnanti, la soluzione più ricorrente è quella di stoppare le lezioni. Non a Cosenza dove la linea seguita è quella di mandare in quarantena solo le classi interessate. Ma ci sono genitori che non condividono questa scelta.

Mamme all'attacco

Un gruppo di mamme, poco numeroso per la verità, lo ha gridato a gran voce protestando sotto Palazzo dei Bruzi: «I protocolli di sicurezza all'interno degli istituti sono saltati - dicono - I bambini sono costretti a rimanere per sei ore con la mascherina e sono comunque esposti al rischio di contagio. Per questo bisogna subito chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado e garantire il diritto alla studio attraverso la didattica a distanza. Il luogo più sicuro è tra le mura della propria casa».

Occhiuto non ci sta

Più pacata ma determinata la replica del sindaco: «Ci sono mamme che protestano ma anche mamme che ci chiedono di mantenere gli istituti aperti. C'è una disposizione del Governo che io condivido e che prescrive la frequenza nelle aule degli alunni fino alla prima media. Poi il Comune sta comunque mantenendo un atteggiamento prudenziale, con un costante monitoraggio e con la emissione di ordinanze di quarantena delle singole classi, qualora dovessimo imbatterci in un caso, anche sospetto, di Covid».