Quaresima difficile per le diocesi calabresi: sarà possibile tenere aperte le chiese per la preghiera individuale, ma sono sospese fin da oggi tutte le funzioni religiose con concorso di popolo
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Chiese aperte per la preghiera individuale ma sospesa ogni sorta di celebrazione. È quanto stabilito dalla Conferenza episcopale calabra alla luce delle nuove disposizioni governative circa il contenimento dell’epidemia da Covid-19.
Già nei giorni scorsi, i vescovi calabresi avevano preso importanti provvedimenti: dallo svuotare le acquasantiere, all’evitare il segno della pace e le condoglianze ai funerali, fino alla sospensione della catechesi e delle attività degli oratori. Ora, le misure adottate si fanno più stringenti.
La Cec si rifà direttamente all’articolo 2, lettera v, del Decreto del Presidente del consiglio dei ministri dell’8 marzo che espressamente stabilisce: «L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro di cui all’allegato 1, lettera d). Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri».
Preso in considerazione ciò, i vescovi delle dodici diocesi calabresi hanno deciso di sospendere, con effetto immediato, fino al 3 aprile o comunque fino a nuove indicazioni, tutte le celebrazioni religiose con concorso di popolo. Stop dunque alle messe, compresi i funerali. Ai defunti sarà concessa la sola benedizione, nelle cappelle a ciò adibite (al cimitero o presso altre strutture), o nella casa del defunto, alla sola presenza dei familiari e sempre rispettando le misure igienico-sanitarie già adottate e quelle relative alla distanza interpersonale da tenere per evitare possibili contagi.
Per tutte le altre funzioni religiose che prevedono la somministrazione di sacramenti, dunque anche i matrimoni, sarà possibile celebrarle, a porte chiuse, ma solo in caso di comprovate necessità e urgenza e solo qualora i parroci ritengano non ne sia possibile il rinvio.
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